Il mondo della birra sembra assistere a una graduale disaffezione da parte dei millennials, la nuova generazione cresciuta con Internet, che si starebbe sempre più orientando ai consumi di altre bevande alcoliche. L’analisi è contenuta in un recente report elaborato da Morgan Stanley, dove gli analisti affermano che “in tutto il mondo il trend dei consumi di birra rimane debole”, con uno spostamento verso cocktail e alcuni tipi di vino. Questo trend, secondo quanto riporta il sito australiano Business Insider, starebbe creando un certo allarme tra i big della bevanda “bionda” come Anheuser-Busch, MillerCoors e Heineken. Un altro aspetto che caratterizza la birra è la scoperta, tra i giovani e meno giovani, del prodotto artigianale, in grado di assorbire una parte dei consumi un tempo destinati alle pale lager come Budweiser. Quest’ultimo marchio, secondo quanto riportato dal giornalista specializzato Tripp Mickle sul Wall Street Journal, in una recente indagine di mercato avrebbe scoperto che il 44% dei consumatori interpellati in età compresa tra 21 e 27 anni non avrebbe mai provato una sua birra. I dati di mercato sono particolarmente negativi per il più popolare beer brand americano: dal 1988, anno di massima espansione produttiva, ha perso vendite per 34 milioni di barili, scendendo da 50 a 16 milioni. La risposta dei produttori di birra non si è fatta attendere e si basa sulla diversificazione del prodotto. Per attrarre i millennials, Anheuser-Busch (che controlla Budweiser) ha lanciato i cocktail imbottigliati Bud Light Mixxtails e Bud Light Ritas, quest’ultimo caratterizzato da un gusto che richiama quello del Margarita, ma gli analisti di Morgan Stanley temono che non sia la mossa giusta e che possa addirittura allontanare i clienti consolidati dalle birre tradizionali, favorendo il mondo cocktail. Tra i limiti delle birre ci sarebbe la questione temperatura: il prodotto, se consumato in ambienti caldi, tende a scaldarsi i fretta e, a differenza dei cocktail, nessuno ama mettere ghiaccio nelle birre. Quest’ultimo aspetto non riguarda i vini rossi che, come noto, vanno consumati a temperatura ambiente.