Nella sua lunga storia, Biondi Santi non aveva mai rilasciato una magnum di Brunello di Montalcino, perché Franco Biondi Santi non amava i grandi formati. Con la Riserva 2012, l’ultima da una vendemmia seguita personalmente dal “gentleman del Brunello” scomparso nell’aprile dell’anno successivo, la griffe di Montalcino oggi di proprietà Epi della famiglia francese Descours vìola per la prima volta un doppio tabù: quello della magnum e quello dell’etichetta con dedica, naturalmente a Franco.
“Con Tancredi e con Jacopo (nipote e figlio di Franco Biondi Santi, ndr), abbiamo pensato che fosse una cosa bella dedicarla a lui, anche perché il profilo di questa riserva è veramente un profilo di un suo vino. Siamo tutti concordi nel definirlo il profilo che lui avrebbe voluto”, spiega a Pambianco Wine&Food Giampiero Bertolini, ceo della società. Peraltro, la presentazione di questa Riserva arriva con quasi un anno di ritardo, perché in azienda hanno ritenuto che nel 2019 non fosse ancora perfetta. “E abbiamo fatto bene, perché era un vino sbilanciato, mentre ora è perfettamente pronto”, aggiunge Bertolini.
Ed è particolare il ristorante scelto per il lancio ufficiale: Biondi Santi lo celebrerà il 23 marzo a Milano, da Langosteria. I “puristi” del Brunello, vino indicato per carni rosse complesse e cacciagione, potranno rabbrividire all’idea di un abbinamento con pesce crudo e crostacei, ma in realtà di tratta di un altro tabù ormai superato. Perché Langosteria, assicura Bertolini, è un ottimo cliente di Biondi Santi.
Continua intanto il programma di investimenti lanciato da Tenuta Greppo, partendo dal progetto di parcellizzazione dal quale l’azienda si aspetta un ritorno qualitativo molto alto. Inoltre, si sta investendo in vigna, anche a seguito dell’acquisizione di sei ettari messa a segno lo scorso settembre e che appartenevano in precedenza ad Alejandro Bulgheroni. Il prossimo step, una volta completato questo ciclo, dovrebbe essere la realizzazione di una nuova cantina. Intanto però Biondi Santi ha dovuto affrontare una spesa piuttosto ingente e improrogabile: la recinzione dell’intera proprietà, per tenere a bada cinghiali e altre specie selvatiche.
Quest’anno, oltre alla Riserva 2012, Biondi Santi non presenterà nuovi vini perché l’annata 2014 del Brunello di Montalcino non è stata considerata all’altezza: si andrà direttamente alla 2015, che sarà presentata nel 2021 (l’azienda fa uscire il Brunello sei anni dopo la Vendemmia e la Riserva sette anni dopo, contro i 5 e 6 anni previsti dal disciplinare). In compenso, ci saranno i second release delle annate 2009 e 2011 e il rilascio della vecchia Riserva 1998.