Il lancio di una bollicina a base Pinot nero d’Oltrepo, denominata Cuvée Prestige Brut 2015, fa notizia se l’azienda che la produce è tra i maggiori player del Prosecco Superiore. La nuova proposta è di Bellussi, realtà da 1,5 milioni di bottiglie con sede a Valdobbiadene (Treviso), rilevata nel 1993 dalla famiglia Martellozzo, che ha interessi anche a Montalcino dove controlla la tenuta Belpoggio (dieci ettari di cui cinque vitati e 2,5 a Brunello) e che opera infine in Alto Adige in collaborazione con Valle Isarco, con cui produce la linea Lido 1932 creata all’interno della partnership decennale con Fondazione Biennale di Venezia.
La scelta di realizzare spumanti extra Prosecco nasce dalla volontà di investire nel brand aziendale per non dover dipendere dal brand territoriale, con tutti i rischi che ne derivano. “È quel che ci chiede la nostra clientela – afferma il presidente e amministratore Enrico Martellozzo – perlopiù rappresentata dal canale horeca, che ha apprezzato la linea Belcanto limited edition, con cui ci siamo divertiti a creare dei blend tra due vitigni aromatici come Glera e Gewurztraminer; proprio quell’esperienza, per quanto complessa, ha fatto comprendere a noi e al nostro enologo Francesco Adami che pur essendo legati a doppio nodo al Prosecco Superiore docg, in forte crescita e da cui dipende il 60% della nostra produzione totale, possiamo far valere la nostra identità di spumantizzatori al di là del marchio Prosecco. Ristoranti e bar ci chiedono prodotti diversi e noi li vogliamo inserire”.
Le perplessità di Martellozzo sono legate soprattutto al prezzo a cui va in distribuzione il Prosecco doc. “Negli Stati Uniti il prezzo fissato al retail è di 9,99 dollari a bottiglia, che per noi significa dover vendere attorno ai due euro per una bottiglia da 0,75 litri, lo stesso prezzo a cui oggi viene venduto lo sfuso al litro! È mortificante, non c’è più margine e non ci conviene farlo. All’inizio, quando il prezzo al litro era 50 centesimi, un terzo della nostra spumantizzazione era basata sul Prosecco doc, oggi non supera il 20 percento”. L’imprenditore teme che la bolla, anzi la bollicina, possa esplodere. “La cooperazione è entrata a gamba tesissima sul brand Prosecco. Siamo così sicuri che non possa causare gli stessi disastri osservati nel mondo del Lambrusco e del Moscato? Oggi siamo a 400 milioni di bottiglie di Prosecco doc, di cui due terzi arrivano da zone non vocate. Il rischio c’è, ed è per questo che devo puntare necessariamente puntare sul mio brand, nella malaugurata ipotesi che il prodotto non regga più l’aumento medio mensile del 20-30% a livello produttivo e di costo a cui abbiamo assistito negli ultimi anni”.
L’obiettivo fissato per Cuvée Prestige è 150 mila bottiglie l’anno, pari al 10% della produzione complessiva attuale, a un prezzo di listino Iva esclusa piuttosto ambizioso per un prodotto spumantizzato con metodo Charmat, pari a 8,45 euro.
In termini strategici, Bellussi mira perciò a ridurre la quota di prodotto doc e a spingere su quello docg, puntando sulla grande distribuzione per il Prosecco superiore base e crescendo nell’horeca con la linea Belcanto che oggi conta sei referenze da 0,75 litri, di cui tre non docg, e tre magnum.