Il Barolo ha retto il primo semestre attraverso la leva del prezzo. Secondo quanto è emerso dall’assemblea dei soci produttori di Barolo aderenti al Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, le vendite sono aumentate del 3%, a fronte di una flessione del prezzo del vino sfuso del 15-17%, “in linea con la situazione post-pandemica di molte altre denominazioni di pregio”. Il consorzio ha così smentito quanto sostenuto “da alcune testate online in cui si riportava un calo di oltre il 40%”.
L’assemblea ha deciso di non introdurre la riserva vendemmiale del 10% proposta dal consiglio di amministrazione del consorzio stesso.
“Le condizioni in cui si trova la denominazione – si legge in una nota – non hanno al momento richiesto interventi tempestivi”.