UniCredit ha stanziato un plafond di 6 milioni di euro, attraverso UniCredit Factoring, per metterlo a disposizione dei fornitori di Banfi che operano in Toscana e Piemonte. Si tratta di un accordo concluso per favorire la ripresa economica dei territori toscani di Montalcino, Bolgheri e Chianti in Toscana e di Novi Ligure e Acqui Terme in Piemonte, le aree dove Banfi opera e produce i propri vini. In questo modo, verrà data agli operatori della filiera produttiva vitivinicola la possibilità di finanziare il proprio capitale circolante, grazie ad un accesso semplice ed immediato alla liquidità.
L’ad di Banfi, Enrico Viglierchio, presenta l’accordo come una novità assoluta. Il reverse factoring, come viene tecnicamente definito questo tipo di operazione, è stato già utilizzato in altri comparti (nella moda uno dei precursori è stato Renzo Rosso con Diesel), ma non nel vino. “Con l’adesione a questo servizio, i nostri fornitori potranno beneficiare del rating creditizio di Banfi, oltre a poter richiedere l’anticipazione del corrispettivo ceduto a fronte del riconoscimento dello stesso da parte della nostra società”. Viene così offerto alla supply chain un servizio di accesso al credito a condizioni privilegiate. “Riteniamo che sia un contributo importantissimo per la ripartenza, ma soprattutto il riconoscimento del valore che i nostri fornitori rivestono per le nostre produzioni di eccellenza”, sottolinea Viglierchio.
“L’agroalimentare – afferma in quest’intervista Andrea Casini, co-ceo commercial banking Italy di UniCredit – è il più rilevante tra i comparti d’eccellenza del made in Italy. Qualità, export, innovazione e crescita dimensionale, unita allo sviluppo dei processi di integrazione della filiera che costituisce il primo veicolo per superare la forte polverizzazione nel settore e offrire prodotti di qualità, sono le leve capaci di tradurne le forti potenzialità in business sostenibile e di successo”.
Quali azioni state attuando in quest’ambito?
Il nostro gruppo da tempo è impegnato a supportare la crescita dell’agroalimentare, proponendosi come partner di riferimento per sostenere gli imprenditori del settore, attraverso iniziative e soluzioni mirate ed efficaci per soddisfare le esigenze del comparto. Dal 2017, ad esempio, UniCredit ha predisposto un modello dedicato per gli operatori del settore: un team di consulenti e specialisti della banca con competenze tecniche specifiche è al fianco delle imprese agricole per costruire un dialogo e una relazione continuativa, grazie alla nostra presenza capillare sul territorio e a una forte specializzazione nel sostegno alle imprese. A ciò si aggiungono strumenti specifici, come U-Factor, scelto appunto da Banfi, leader delle settore vitivinicolo: una soluzione di supply chain finance, funzionale al soddisfacimento delle esigenze della filiera, che grazie all’utilizzo di una piattaforma digitale integrata con i sistemi di pagamento di UniCredit, consente di automatizzare la gestione del ciclo passivo. O UniCredit Easy Pack, un pacchetto di servizi integrati dedicato alle imprese e che comprende Easy Commerce, realizzato con Google e Var Group, per affrontare con successo le sfide dell’e-commerce; e EasyExport, per le imprese che desiderano aprirsi ai mercati esteri grazie allo sviluppo dell’e-commerce B2B, frutto dell’accordo con Alibaba.com e Var Group.
Avete fatto operazioni simili in passato con altre aziende del vino o dell’agroalimentare in genere?
Il nostro gruppo ha continuato a sostenere il sistema produttivo del comparto anche nell’ambito del Decreto Liquidità varato dal Governo nella fase emergenziale. La prima operazione in Italia è stato proprio erogata ad un’impresa del settore, il Pastificio Di Martino, per un ammontare di 10 milioni di euro con garanzia Sace e una procedura completata del tutto digitalmente. Negli ultimi mesi abbiamo inoltre finalizzato accordi importanti, capaci di liberare capitale e risorse per le imprese, stabilizzando i cicli di fornitura e di pagamento, consentendo un accesso continuativo al credito basato su un asset fondamentale come quello del rapporto commerciale strategico tra fornitori e clienti. Ciò in generale per il tessuto produttivo ed economico del Paese.
A quali accordi si riferisce?
Più in dettaglio, nel merito del settore dell’agroalimentare, mi riferisco alle intese raggiunte ad esempio con Gruppo Pam, Esselunga e Conad. In un momento difficile come questo, ogni singolo attore economico deve fare la sua parte per supportare l’economia nel suo insieme. Per questo abbiamo stipulato una serie di accordi con nostri importanti clienti della grande distribuzione che hanno lo scopo di alleviare la tensione finanziaria dei loro fornitori e, a cascata, di tutta la filiera agroalimentare, settore essenziale e da salvaguardare in questa situazione di emergenza che stiamo vivendo”.
Quali operazioni future sono in corso di definizione nel comparto?
Attraversiamo un periodo di grande discontinuità, che porta però con sé anche opportunità in grado, se colte, di contribuire alla ripresa e al rilancio dell’economia. Noi siamo certi di poter essere parte della soluzione. In questi mesi stiamo come e più di sempre lavorando per sostenere le imprese, accompagnandole nelle richieste di moratoria o rimodulazione dei finanziamenti e mettendo a loro disposizione servizi e strumenti mirati ed efficaci per soddisfare le esigenze del comparto. Dalla conoscenza diretta del settore e dal confronto avviato nel tempo con le aziende è nato, ad esempio, Made4Italy. Un programma operativo con cui UniCredit lavora per favorire un sistema integrato turismo-agricoltura per la crescita e la valorizzazione dei territori e del loro tessuto imprenditoriale. Ciò attraverso precise linee di azione strategica che sfruttano le potenzialità di un modello dedicato, capace di coniugare le sinergie tra i due settori; e di nuova finanza: 5 miliardi di euro nel triennio 2019/2021 per stimolare il “fare-rete”. Dal lancio dell’iniziativa abbiamo erogato su questi progetti circa 2,2 miliardi.