Il 2020 è stato un anno favorevole per la più piccola delle denominazioni legate al Prosecco. Si tratta della docg Asolo, che ha messo a segno una crescita del 10% passando da 17 a 18,7 milioni di bottiglie inserendosi così al ventesimo posto nella graduatoria delle denominazioni di origine italiane in termini quantitativi, guadagnando 11 posizioni in soli due anni. Si tratta della settima denominazione italiana specializzata nella coltivazione di uve bianche e la quarta nella spumantistica.
In particolare, l’ultimo trimestre dell’anno è stato caratterizzato da una forte accelerazione. Tra ottobre e novembre, la denominazione ha messo in distribuzione 2,5 milioni di bottiglie certificate e a dicembre il balzo è stato del 34% rispetto allo stesso mese del 2019.
La crescita dell’Asolo Prosecco è avvenuta soprattutto attraverso il canale della grande distribuzione, sia in Italia che all’estero, mentre hanno riscontrato delle criticità le aziende medio-piccole che avevano come principale canale di sbocco la ristorazione italiana, fortemente penalizzata dalla crisi.
“I dati dell’ultimo trimestre – ha commentato il presidente del Consorzio Asolo Prosecco, Ugo Zamperoni – rafforzano la percezione della dinamica ancora crescente della domanda di Asolo Prosecco, il che conferma la validità delle scelte che abbiamo adottato per la vendemmia 2020, quando siamo stati tra i pochi Consorzi di tutela italiani a non ridurre le rese, ritenendo addirittura opportuno richiedere alla Regione Veneto l’autorizzazione ad adottare la riserva vendemmiale: una scelta espansiva che ci permetterà di assecondare eventuali richieste aggiuntive, qualora nel corso del nuovo anno il mercato continuasse a domandare volumi sempre maggiori”.