Gli americani hanno fame di eccellenze del food made in Italy, ma per i “piccoli” artigiani dell’agroalimentare non è affatto semplice superare l’esame della grande distribuzione, ottenere le autorizzazioni necessarie ed entrare a contatto diretto con il cliente finale. Per rimediare a queste lacune è nata una startup che ha scelto la via del crowdfunding per testare il mercato, evitare gli intermediari e ottenere visibilità. Si chiama Italynthebox ed è stata fondata da Alessio Rossi, stratega di marketing digitale, e Giovanni Colavita, CEO di Colavita Usa, prima società di importazione di olio extra vergine di oliva e di cibi italiani negli Stati Uniti. La presentazione è avvenuta la settimana scorsa nella sede di Google a New York. La scelta della piattaforma è ricaduta su Kickstarter con l’obiettivo di raccogliere 25mila dollari: a 18 giorni dal termine ha già raggiunto il 50% della cifra richiesta. A seconda di quanto versato, i partecipanti otterranno il diritto di ricevere confezioni con le specialità regionali italiane per un primo “assaggio” delle eccellenze selezionate dai fondatori. “Abbiamo scelto la soglia dei 25mila – spiega a Pambianco Wine Alessio Rossi – partendo da un’analisi dei progetti vincenti nel food. Questa soglia permette di raggiungere un numero sufficiente di ‘Backers’ per testare in modo significativo l’idea dal punto di vista di marketing nel mercato americano. I proventi ci serviranno per iniziare a servire i clienti raccolti su Kickstarter e per promuovere la seconda fase di raccolta fondi”. Inoltre, tra pochi giorni inizierà una campagna di promozione mirata ai potenziali fornitori di Italynthebox. Gli artigiani del gusto saranno selezionati sulla base di tre caratteristiche considerate “determinanti”: intero ciclo produttivo effettuato in Italia, presenza molto limitata o nulla nella grande distribuzione alimentare americana e standard qualitativi eccellenti. “Italynthebox – aggiunge Rossi – si propone come una piattaforma media per i piccoli produttori italiani che, senza essere sottoposti a vincoli di volume e costi, possono affacciarsi al mercato americano testando la loro proposta con basso rischio finanziario”. La società basata a New York non si occuperà soltanto delle spedizioni, ma anche della gestione di alcune criticità (come le autorizzazioni sanitarie) e dello storytelling di ciascun prodotto. L’offerta, per ora, è limitata al food. “Il vino – precisa Rossi – non sarà inizialmente incluso nella nostra box a causa della legislazione vigente negli Stati Uniti. Rimane un’area di attenzione particolare, non escludiamo soluzioni ad hoc nel futuro”.