Una storia singolare, nata dalla rinuncia a una Golf Gtd per acquistare un cane pointer. Luigi Dattilo, all’epoca, non aveva neanche vent’anni, ma le idee erano già chiare: il regalo del padre gli sarebbe servito per diventare tartufaio. Partito quindi con le proprie mani e un cane, Dattilo cercava e trovava tartufi per poi venderli alla ristorazione locale. Nel giro di poco tempo le richieste diventarono talmente tante che il ragazzo iniziò a commerciare il tartufo, interponendosi tra ristorazione e tartufai. Era il 1985 e nasceva così Appennino Food Group, oggi società per azioni da 55 dipendenti e un fatturato di circa 15 milioni di euro nel 2021 (+61% su 2020 e +26% su 2019).
Di questi 15 milioni, cinque sono generati dalla vendita di tartufi freschi (provenienti da Italia, Francia Spagna, Istria), sette dal prodotto trasformato, che è la divisione che “dà una certa stabilità ai ricavi in quanto il fresco va in base alle quantità a disposizione”, come spiega a Pambianco Wine&Food lo stesso Dattilo, e tre dai prodotti non legati al tartufo, come per esempio i sughi e i condimenti per la pasta.
A livello di canali, l’azienda si è in primis sviluppata nell’horeca che ad oggi, tra diretta e indiretta, genera circa il 65% dei ricavi. Dopodiché “è venuto naturale entrare nel mondo retail”, che pesa per il 22%, espandendosi dal normal trade all’alto traffico (per esempio dentro agli aeroporti) e poi nella grade distribuzione, che però conta appena lo 0,1% del fatturato. Tra le insegne in cui l’azienda è presente c’è Eataly, a cui si aggiungono gastronomie di alto livello.
Oltre al fisico, l’azienda è presente anche online con piattaforme proprie sia per il b2b sia b2c. Nel primo caso, si parla di E-Truffle, tramite cui “si può entrare nelle nostre celle frigorifere in maniera virtuale e scegliere il tartufo che si desidera”. In Europa la consegna avviene in 24 ore, mentre per i territori extra-Ue come Stati Uniti e Arabia Saudita si parla di 48 ore, con le confezioni che vengono munite di un termometro così da monitorare la temperatura ogni cinque minuti. Il canale b2c, con Appennino Food Shop, è stato lanciato lo scorso anno e “la risposta è stata molto positiva, tanto da arrivare a realizzare 350mila euro di ricavi”.
Appennino, che lavora anche con la food industry, e quindi con le aziende che vogliono realizzare prodotti con il tartufo, conta poi un negozio, una sorta di spaccio, all’interno della propria sede. In generale, “non credo nel punto vendita monoprodotto, specialmente se si tratta di tartufo, in quanto è una tipologia di canale che si rivolge a un pubblico che non mi interessa”. Di contro, “mi piace la formula del temporary store”, e infatti l’azienda ne conta uno in Rinascente la cui proposta, da 12 anni, è un tartufo fresco da settembre-gennaio, a cui si aggiunge una presenza tutto l’anno a scaffale. Nei piani dell’azienda c’è l’idea di allestire altri temporary, tanto da averne un paio in programma negli Stati Uniti.
La realtà genera infatti il 64% del fatturato nei 13 Paesi esteri presidiati ed è direttamente presente con un ufficio a Miami per gli Usa, con un magazzino e un collaboratore a Singapore, e conta un brand ambassador a Dubai e uno che gestisce l’Europa. “Stiamo studiando di potenziare i mercati di Stati Uniti e Medio Oriente”, spiega Dattilo. “Inoltre, mi piacerebbe entrare in Russia, ma per il momento rimane solo un’idea”.
Ad oggi, Appennino Food Group ha un piano industriale che punta a raggiungere i 20 milioni in tre anni, quello in corso compreso. Una crescita che avverrà anche grazie all’ampliamento, partito proprio in questi giorni, della sede, con uffici e produzione, da 1.800 a 5.000 metri quadrati. Rientra in questo progetto la ‘Terrazza del Tartufo’, ovvero un luogo dove realizzare “un percorso educativo sul tartufo” aperto dagli chef alle persone comuni. Verranno inoltre potenziati “i mercati in cui siamo già presenti ed entreremo in mercati nuovi”. L’obiettivo per il 2022 è raggiungere i 16,5 milioni di fatturato, “e a distanza di neanche due mesi siamo già a +56% rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso”.