Un nuovo logo per ‘scommoditizzare’ una commodity e incrementare il valore della marca. Si può riassumere così il cambio look di Amadori, specialista del settore avicolo, con una quota di mercato di circa il 30% sul totale carni avicole in Italia. Dopo 22 anni con la medesima veste, il gruppo ha deciso di regalarsi un nuovo logo: più semplice, immediato e ‘pulito’.
“Da una parte – racconta a Pambianco Wine&Food il direttore centrale marketing strategico Matteo Conti – avevamo la necessità di rinnovare l’identity, di rinfrescarla con l’obiettivo di migliorarne la visibilità e parlare un linguaggio semiotico più contemporaneo, più pulito che riesca anche a connettersi con le nuove generazioni. Inoltre l’intenzione è quella di spiccare molto di più sull’ultimo miglio, e quindi sulle confezioni di marca”.
Il marchio, ora liberato, sarà più visibile e quindi più riconoscibile. “Ciò che perseguiamo, anche attraverso questo restyling, è ‘scommoditizzare’ una commodity e quindi incrementare tanto il valore della marca quanto del prodotto spingendolo sempre più verso un posizionamento premium. Ciò, chiaramente, va anche di pari passo con l’incremento dei costi che, in parte, abbiamo dovuto riversare sul consumatore. È quindi giusto e doveroso valorizzare i nostri prodotti”.
Nei prossimi mesi Amadori uscirà con un forte restyling che coinvolgerà tanto le confezioni dei prodotti, quanto l’intera corporate identity della società. Lo svelamento del nuovo logo partirà con Rimini Wellness (1-4 giugno 2023), di cui Amadori è food partner in quanto, “grazie al nostro Campese e all’assortimento di proteine vegetali, vogliamo essere il punto di riferimento per le proteine buone degli sportivi e di chi ama il movimento”.
A giugno poi seguirà una nuova campagna corporate e, verso ottobre-novembre, verranno progressivamente presentati i nuovi packaging e i nuovi prodotti, la cui release proseguirà anche nel corso del 2024. I packaging, che riporteranno il nuovo logo, avranno anche una certa attenzione alla sostenibilità e quindi, “nei limiti del possibile, vorremmo non utilizzare la carta prediligendo altri materiali più facilmente riciclabili quali per esempio il Pet”. In questo senso, verrà uniformato il materiale dell’intero imballaggio così da facilitare il consumatore nel fare la differenziata.