Amadori rilancia negli investimenti per alzare il tiro sulla qualità e sulla sostenibilità. Il gruppo cesenate delle carni bianche ha speso 225 milioni di euro negli ultimi quattro anni per lo sviluppo di una filiera integrata 100% italiana e ora ne mette in cantiere altri 280, da qui al 2022, differenziando la strategia di crescita tra filiera integrata, nuove categorie di prodotti e valorizzazione della marca. Il tutto mentre il giro d’affari a fine anno è previsto in crescita del 5% superando 1,3 miliardi di euro, partendo da 1,255 miliardi del 2018.
In particolare, i vertici di Amadori hanno confermato l’impegno dell’azienda a valorizzare ulteriormente le proprie filiere avicole d’eccellenza, composte da Il Campese, Bio e Qualità 10+, diventando sempre più portabandiera nell’allevamento senza uso di antibiotici. Oggi Amadori è leader nell’ambito delle carni avicole con circa il 30% delle quote di mercato e con 7.850 collaboratori in forze. È a capo di una filiera formata da 5 mangimifici, 6 incubatoi, oltre 800 allevamenti, 6 stabilimenti di trasformazione alimentare, 3 piattaforme logistiche e 19 centri di distribuzione fra filiali e agenzie, che garantiscono una distribuzione capillare in tutta Italia.
Il 2019 è stato un anno importante, quello del cinquantesimo dalla fondazione risalente al 1969. La conclusione ideale delle celebrazioni è avvenuta in settimana a Milano, con un pranzo al ristorante Lume dello chef Luigi Taglienti. Durante l’evento sono stati svelati i piani della realtà fondata da Francesco Amadori. Nel prossimo triennio, il gruppo dedicherà ancora maggiori risorse a soddisfare i bisogni dei consumatori in termini di qualità e sostenibilità, attraverso investimenti volti a fornire prodotti sempre più completi sotto l’aspetto nutrizionale e di servizio. In particolare, verrà rafforzata la linea di prodotto Il Campese, che identifica il pollo allevato all’aperto ed è presente sul mercato da oltre 15 anni, punta di eccellenza della produzione Amadori e dal 2017 allevato senza uso di antibiotici. Gli allevamenti dedicati a Il Campese, concentrati tra nord della Puglia e Molise, rappresentano una solida realtà economica per la zona, con un indotto lavorativo che ha creato occupazione per oltre 100 famiglie. Questo progetto è proiettato verso un futuro di ulteriore crescita, grazie a nuovi investimenti e a un piano di sviluppo che prevede l’insediamento di altri allevamenti nelle regioni del sud Italia.
Inoltre, nel nord della Puglia, è partita ufficialmente da fine 2018 la nuova filiera biologica Amadori. Il progetto Bio permette di continuare il percorso di crescita nelle filiere avicole, con un piano di sviluppo che prevede di incrementare il numero di allevamenti biologici in altre aree della Puglia e in regioni limitrofe.
Infine, continua a svilupparsi la filiera Qualità 10+. Da quest’anno, Amadori ha esteso la propria offerta Qualità 10+ anche alla filiera del tacchino. La linea pollo e tacchino Qualità 10+ adotta pratiche di alimentazione simili a quelle de Il Campese, ovvero esclusivamente vegetale e no ogm, e la completa esclusione dell’uso di antibiotici.