Uber Eats lascia l’Italia. Il servizio di food delivery sbarcato a Milano nel 2016 ha deciso di interrompere le operazioni nel Belpaese, dopo aver raggiunto in sette anni oltre 60 città italiane.
I motivi di questa scelta sono da ricondursi a obiettivi non raggiunti. “In questi anni, purtroppo, non siamo cresciuti in linea con le nostre aspettative per garantire un business sostenibile nel lungo periodo”, ha dichiarato sul sito ufficiale il responsabile delle comunicazioni Manuele de Mattia. “Il nostro obiettivo principale è ora quello di fare il possibile per i nostri dipendenti, in conformità con le leggi vigenti, assicurando al contempo una transizione senza problemi per tutti i nostri ristoranti e i corrieri che utilizzano la nostra piattaforma”.
Rimane comunque sul territorio italiano la presenza consolidata del servizio di mobilità Uber. “Nonostante questa difficile decisione, vogliamo ribadire il nostro impegno verso l’Italia, che non intendiamo assolutamente abbandonare: questa decisione ci consentirà di concentrarci ancora di più sui nostri servizi di mobilità, dove stiamo registrando una crescita importante”.
Una notizia che inferisce un altro colpo al mercato del food delivery in Italia. A dicembre scorso, infatti, l’azienda turca Getir ha acquisito la startup tedesca Gorillas in un deal da 1,2 miliardi di dollari (circa 1,13 miliardi di euro). Operazione che ha messo in luce le difficoltà di un settore, quello della consegna veloce, alle prese con il cambio di paradigma post lockdown. Gorillas, infatti, aveva già abbandonato lo stivale nell’estate del 2022.
Sempre Getir ha poi realizzato una partnership con Just Eat, consentendo ai 3 milioni di utenti di Just Eat in Italia di poter comprare anche i duemila prodotti in vendita su Getir, quanto meno nelle tre città dove è presente questo servizio, ovvero Milano, Roma e Torino.
Nel giro di pochi mesi, insomma, la geografia dell’universo delivery è cambiata e sta ora cercando di trovare un percorso sostenibile e, soprattutto, redditizio. Dopo la grande bolla gonfiatasi probabilmente durante la pandemia, siamo probabilmente entrati in una fase di assestamento.