Il prossimo anno ci sarà meno champagne in tavola. In occasione della vendemmia 2024, la resa autorizzata dal Comité Champagne per il raccolto sarà di 10mila kg per ettaro contro gli 11.400 dello scorso anno. “Abbiamo concordato una resa che permette allo champagne di sperare in un futuro migliore”, ha dichiarato Maxime Toubart, presidente Syndicat général des vignerons (Sgv), riportato da Vitisphere. “Ci sono forti disparità tra le regioni, ma anche all’interno dello stesso Paese. Le precipitazioni sono state abbondanti e hanno provocato un attacco di muffa molto significativo”. Le gelate primaverili e la grandine hanno moderatamente influenzato il potenziale di raccolta (circa del 10%) e la vendemmia dovrebbe iniziare intorno al 10-12 settembre nelle zone precoci e dieci giorni dopo nelle zone tardive.
La decisione arriva in un momento negativo per la denominazione. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, le vendite di champagne si sono attestate sui 106,7 milioni di bottiglie, registrando -15% sullo stesso periodo dello scorso anno. Il calo è dovuto a un “effetto overstock sui mercati”, ha affermato David Chatillon, presidente Union des Maisons de Champagne (Umc). Per il 2024, “anno non facile, contiamo di arrivare a 280 milioni di bottiglie”, contro i 299 milioni del 2023.
“Nel 2022, i nostri acquirenti hanno fatto il pieno per paura della carenza e per l’anticipazione dell’inflazione”, continua Chatillon. “Se avevano bisogno di 12 bottiglie, ne prendevano 18. Ora non vogliono più fare scorta perché i tassi di interesse sono aumentati e il contesto geopolitico non è favorevole”. Basti pensare ai dazi preliminari sul brandy importato dall’Ue che vuole imporre la Cina, a seguito della decisione della Commissione europea di imporre dazi sulle sue auto elettriche a partire da luglio.