Nessuna rivoluzione all’orizzonte, ma il consolidamento delle attività di promozione svolte sino ad ora e un occhio di riguardo sulla ricerca scientifica, “per essere sempre più ecosostenibili e avere maggiori performance dal punto di vista della nostra produzione”.
Ha scelto la presentazione alla stampa di Barolo en Primeur all’interno della storica Scuola Enologica di Alba, Sergio Germano, neo presidente Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, per la sua prima uscita nella nuova veste, dopo la nomina dello scorso 7 maggio. “Sicuramente sono state fatte tante belle cose da chi mi ha preceduto e di conseguenza bisogna solo affinare alcuni aspetti”.
Barolo e Barbaresco, le due denominazioni più importanti sotto la tutela del consorzio, ormai da anni entrate a far parte del gotha della produzione vinicola internazionale, hanno chiuso il 2023 con un imbottigliato di circa 13,2 milioni il primo (-7%) e 4,3 milioni il secondo, sostanzialmente in linea con il 2022 (-1 per cento). Dati che, secondo il neo presidente, come spiega a Pambianco Wine&Food, vanno però interpretati e contestualizzati. “L’imbottigliato è decisamente un trend stabile. C’è stata un’esplosione durante il Covid, perché la gente beveva di più a casa e perché c’era il problema dei trasporti internazionali, quindi a volte alcuni importatori ordinavano il doppio per essere sicuri che poi a New York o a Los Angeles ci fosse il vino a disposizione. Questo ha fatto sì che siamo passati dai 12 milioni e mezzo stabili del 2019 agli oltre 15 milioni di imbottigliato del 2021”. Un dato, quest’ultimo, di fatto “drogato” e non reale, secondo Sergio Germano, ora rientrato e che quindi non deve spaventare.
Nessun dato preciso sull’andamento dei primi sei mesi 2024 in questo momento, anche se c’è un leggero calo, ma “dato da una questione contingente, perché ovviamente ormai il vino è arrivato a casa di chi deve distribuirlo sul mercato in questo momento”. Nel prossimo futuro, tra le azioni che il neo presidente vuole affrontare, un lavoro più approfondito di ricerca e analisi del mercato, “per avere dei dati più oggettivi su quelli che sono i trend di mercato”.
Per quanto riguarda i pericoli del global warming, Sergio Germano non è allarmista e non vuole prendere decisioni affrettate, come quella di aprire alla coltivazione del nebbiolo per Barolo e Barbaresco sui versanti settentrionali, ipotesi ventilata nei mesi scorsi e che aveva diviso tra favorevoli e contrari i produttori. “Una buona percentuale di produttori non è d’accordo e io sono fra questi. Non si decide dall’oggi al domani. In questi ultimi 20 anni , solo tre o quattro annate sono state più calde di altre. La situazione merita un monitoraggio scientifico più approfondito prima di prendere decisioni importanti”.
E infatti, tra le proposte di modifica dei disciplinari approvate il 19 giugno dal Consorzio, non compare l’apertura della coltivazione nei versanti nord. Il Consorzio, invece, ha approvato la limitazione della zona di imbottigliamento per Barolo e Barbaresco, che dovrà coincidere con quella di vinificazione (nell’attuale disciplinare non è prevista), e la possibilità di usare formati superiori ai sei litri (sino a un massimo di 18 litri) per il Barbaresco anche per la vendita e non solo per scopi promozionali. Ora verrà avviato l’iter legislativo per rendere queste modifiche attuative, che prevede il passaggio prima in Regione, poi al Masaf e infine alla Commissione Europea.
L’appuntamento con Barolo en Primeur, asta solidale internazionale giunta alla quarta edizione, voluta e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in collaborazione con la Fondazione CRC Donare ETS e con il supporto del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, è per il prossimo 25 ottobre al Castello di Grinzane Cavour. Nelle precedenti tre edizioni sono stati raccolti oltre 2,37 milioni di euro per lo sviluppo di progetti sociali e culturali. Verranno messe all’asta sia le barrique della Vigna Gustava, vinificate dall’enologo Donato Lanati in maniera separata, ma anche lotti comunali, che raggruppano sotto il cappello del Comune di appartenenza bottiglie donate dalle aziende. Il ricavato viene devoluto alla Scuola Enologica di Alba e ad altri enti territoriali.