Nel primo semestre il mercato secondario dei vini di pregio registra una significativa frenata, in particolare per i vini della Borgogna. Per gli esperti è un sano ridimensionamento che protegge da bolle speculative. Si guarda al futuro con moderato ottimismo.
Primo semestre in affanno per l’universo fine wines che continua a mostrare segnali di difficoltà a differenza dei principali mercati finanziari che, nel periodo, hanno evidenziato performance positive. Il rallentamento dei vini pregiati riflette l’incertezza a livello macroeconomico con l’inflazione che ha inciso sui budget, il livello dei tassi di interesse che ha generato nuove opportunità di investimento allontanando gli investitori dalle asset class alternative e infine il tasso di cambio dollaro-euro, meno favorevole per gli americani o indicizzati alla valuta statunitense per l’apprezzamento dell’euro. Il trend è confermato dall’andamento degli indici Liv-ex, tutti in territorio negativo da inizio anno. Tra questi anche il Liv-ex Fine Wine 1000, l’indice più ampio per i vini da investimento, che nei primi sei mesi ha perso il 6,8 per cento. Per diversi analisti questa situazione è da leggere come il sintomo di un mercato sano, lontano da bolle speculative destinate prima o poi a scoppiare. Anzi, c’è chi suggerisce di iniziare ad effettuare qualche acquisto, ma con un approccio ancor più selettivo che premia qualità, rarità e un’attenzione alla componente prezzo.
Sul versante prezzi, tra gli i esperti è unanime il giudizio sulla Borgogna. La regione, anche se continua a regnare incontrastata nelle classifiche, ha evidenziato un “sano ridimensionamento che fa ben sperare in un rimbalzo per i prossimi mesi”, sostiene Francesco Tanzi del dipartimento vini e distillati di Pandolfini che prosegue affermando che, in generale, “sul rallentamento del mercato ha inciso anche i minori acquisti da parte dei broker esteri che, avendo comprato, nel recente passato, bottiglie a cifre per certi versi fuori mercato, hanno preferito mantenere le giacenze in magazzino”.
“Nel primo semestre – afferma Laura Salis, responsabile marketing e comunicazione per l’Italia di iDealwine – c’è stato un netto ribasso delle quotazioni di alcuni vini il cui valore era salito alle stelle negli ultimi 18 mesi, in particolare per alcune grandi icone come Leroy, Auvenay, Rousseau, Roumier, Bizot, Lachaux, Rayas e Grange des Pères. Gli amanti del vino hanno continuato a mostrare il loro interesse per i vini rari, che si tratti dei vini più ambiti al mondo o delle etichette un po’ più di nicchia, vini naturali introvabili e vini prodotti in piccole quantità”. Un esempio eloquente del ridimensionamento dei prezzi può essere quello del Musigny del Domaine Leroy, protagonista indiscusso delle aste iDealwine ormai da diversi anni: l’annata 2006 è stata aggiudicata per 34.100 euro nel 2022 e per 28.240 euro nel 2021; nel primo semestre 2023, invece, l’annata 2011 è stata venduta per 22.444 euro.
“L’asta dello scorso ottobre – racconta Raimondo Romani, alla guida della Gelardini & Romani Wine Auction – è stata la prima che ha registrato il 25% dei lotti invenduti. A marzo vi è stata però una completa ripartenza con vendite per oltre il 95% del catalogo e ottime aggiudicazioni grazie al ritorno degli occidentali che, sostituiti da un flusso più asiatico, mancavano dalle aste. Tuttavia il vento è cambiato e il raffreddamento dell’interesse per la Borgogna potrebbe ridare slancio ai Bordeaux dopo la correzione del 2011”. Oggi, infatti, “il consumatore che ritiene eccessivo il costo di un La Tâche rivolge l’attenzione a Cru ‘limitrofi, come, per esempio, Les Gaudichots che ha caratteristiche simili ma a un prezzo decisamente più contenuto, seppur in crescita a ritmi sostenuti: partito da 50 euro ha raggiunto 700 – mille euro”.
I vini italiani e il semestre in asta
Continua l’interesse per i vini italiani e a richiederli sono soprattutto i collezionisti asiatici o americani. Una sintesi del trend è stata dimostrata dal risultato della prima asta di annate storiche dal caveau di Masseto, che da Sotheby’s ha segnato 56.250 euro, ovvero il triplo della stima per una sola bottiglia. Il successo è frutto dell’unione tra due elementi: la provenienza ‘ex cellar’ e una delle annate migliori di uno dei vini italiani più quotati in assoluto nelle aste. Nel complesso, le bottiglie, arrivate direttamente dal caveau della tenuta Frescobaldi, hanno raggiunto il risultato eccezionale di 376.625 euro, assegnando tutti i 46 lotti espressione di tre decenni di vendemmia dal 1996 al 2016.
In asta, i volumi d’affari in Italia nel primo semestre hanno evidenziato andamenti contrastanti. Se Pandolfini ha registrato valori di vendita in calo sia nei vini sia nei distillati, Wannenes ha riportato un andamento a due velocità con i vini in aumento del 38% a circa 158 mila euro e i distillati in calo del 12% a poco più di 64 mila euro. “Per quanto riguarda gli spirit – afferma l’esperto di Wannenes, Alessio Leonardi – se da un lato le grandi etichette continuano a ottenere buoni risultati, dall’altro abbiamo l’obbligo morale di tenere sotto controllo il mercato per la drammatica prolificazione dei falsi”. Per Filippo Bolaffi, AD di Bolaffi, il mercato dei vini pregiati è “sempre molto vivo, l’interesse da parte del pubblico italiano e della clientela internazionale è stabile e consolidato, mentre l’offerta è in calo. È infatti sempre più difficile reperire bottiglie di un certo valore perché negli ultimi anni questo genere di vini, anziché essere conservati, vengono consumati”.
Outlook
Per i prossimi mesi, Filippo Bolaffi è moderatamente ottimista, mentre la casa d’aste Finarte è al lavoro con collezioni importanti e “contiamo di superare l’aggiudicato di un milione di euro rispetto al 2022”, afferma l’esperto Guido Groppi. Per Raimondo Romani il contesto suggerisce un atteggiamento “più modesto e conservativo, piuttosto che inseguire le chimere. Per le prossime vendite abbiamo quindi rivisto al ribasso le basi d’asta rispetto allo scorso anno, lasciando ancora più margine ai compratori rispetto al passato”. Infine Christie’s, con una interessante pipeline, tra cui un’importante collezione da parte di un single owner, ritiene che la domanda per i vini e gli alcolici più pregiati e rari continuerà anche nel secondo semestre.