In un contesto operativo complicato, il primo trimestre ha affrontato nuove turbolenze di natura finanziaria quali il crollo della Silicon Valley Bank seguito a ruota dalla controversa acquisizione da parte di Ubs della rivale Credit Suisse. Per fortuna l’impatto sui mercati è stato minimo in quanto a frenare il pessimismo è intervenuta la Federal Reserve che ha ribadito la sua fiducia nel sistema bancario statunitense e ha aumentato i tassi di interesse dello 0,25% per due mesi consecutivi, comportamento seguito dalla Bce, con un aumento dei tassi dello 0,50% a febbraio e marzo.
Quale il riflesso di questa situazione sul fine wine? Dall’andamento degli indici Liv-ex il trend del mercato secondario del vino da investimento è rimasto sostanzialmente stabile continuando a mostrare la sua forza soprattutto nei periodi di incertezza e volatilità economica. La performance a un anno del Liv-ex 50, uno degli indici di riferimento per chi investe nel fine wine che raggruppa le quotazioni di Bordeaux First Growth e include le dieci annate più recenti di Lafite Rothschild, Margaux, Mouton Rothschild e Haut Brion (2010-2019) e le annate 2005-2014 di Latour, ha evidenziato un modesto calo pari allo 0,9 per cento.
Rimane vincente il confronto con l’S&P 500 e il Dow Jones Industrial scesi rispettivamente del 9,7% e del 4,4% e ancor di più con il greggio, che ha avuto un anno tumultuoso dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e ha perso il 23,7 per cento.
Tuttavia va segnalato che negli ultimi quindici giorni del mese di marzo dopo gli interventi delle banche centrali, gli indici azionari e altri indicatori di mercato hanno registrato una forte ripresa e la performance dall’inizio dell’anno è tornata positiva, mentre il Liv-ex 50 è rimasto ancora in territorio negativo (-0,7%). Questi andamenti suggeriscono che la cautela rimane d’obbligo per gli investimenti nel fine wine anche nel secondo trimestre.
Gli altri indici Liv-ex
Se l’analisi viene ampliata agli altri indici Liv-ex il bilancio del primo trimestre 2023 rimane negativo. Dall’inizio dell’anno l’indice di riferimento Liv-ex 100, che segue i 100 fine wine più scambiati sul mercato secondario, è in calo dello 0,8% e dell’1,5% l’indice più ampio del mercato, il Liv-ex Fine Wine 1000. Negli ultimi 12 mesi i due indici sono positivi con una performance rispettivamente pari al 3% e al 3,8 per cento.
Vi sono però alcune situazioni che necessitano di un maggior monitoraggio prima di un eventuale investimento. In particolare tra i sotto-indici del Liv-ex 1000, lo Champagne 50 dall’inizio dell’anno ha registrato la peggior performance ed è sceso del 5,8 per cento. Nel novembre 2022 era il sotto-indice più performante ma nel mese di marzo ha registrato il quinto mese consecutivo di calo. Sorprende l’indice Rhone 100, storicamente definito ‘solido come una roccia’, che si aggiudica il titolo di secondo peggior performer del 1° trimestre (-4,9% da inizio anno). Gli analisi di Liv-ex fanno osservare che quando market driver e sinonimi di stabilità come gli indici Burgundi 150 e Champagne 50 che hanno guidato il mercato del vino nell’ultimo anno, cominciano a vacillare, è opportuno domandarsi se non sia in arrivo una pausa del mercato.
I top price performer
Nonostante il calo generale dei prezzi dei vini del Rodano nel primo trimestre, due delle migliori performance a livello di prezzo provengono dalla regione: Domaine Jean Louis Chave Hermitage Rouge 2019 e M. Chapoutier Ermitage Le Pavillon 2011 aumentati rispettivamente dell’82,5% e del 54,1% rispetto al trimestre precedente. Anche diverse annate bordolesi di anni ‘non positivi’ hanno fatto registrare i prezzi più elevati, tra cui Chateau Pape Clement 2017 (37,4%), Chateau Gruaud Larose 2011 (32,0%) e Chateau Palmer 2013 (28,8%). Gli analisi di Liv-x segnalano che storicamente, le annate di Bordeaux hanno registrato i maggiori aumenti di prezzo, in quanto spesso rappresentano un punto di accesso (relativamente) conveniente rispetto a regioni e marchi famosi. Questo è un aspetto che gli acquirenti asiatici hanno sfruttato appieno negli ultimi anni, con diverse annate ‘off’ che figurano tra le annate più scambiate della regione nel 2022. Al quinto posto troviamo Gaja Barbaresco 2015 con una performance del 35,4 per cento.