Non solo vino, e non solo Langhe, per Ceretto. La cantina basata ad Alba ha diversi progetti in cantiere che verranno sviluppati dal Piemonte fino a Doha. Insieme a Enrico Crippa, Ceretto prende infatti il volo per il Qatar dove aprirà un ristorante nella capitale. Alba by Enrico Crippa, questo il nome del nuovo format aperto in collaborazione con il partner locale Raffles, aprirà entro l’autunno e offrirà dei piatti tipicamente italiani, come raccontato a Pambianco Wine&Food da Roberta Ceretto. Questo rappresenta il primo passo all’estero per il duo Ceretto-Crippa che, in Italia, conta il tristellato Piazza Duomo e La Piola, entrambi ad Alba.
Il ristorante troverà casa all’interno dell’hotel Raffles Doha recentemente terminato nelle Katara Towers affacciate sul lungomare del Lusail District. L’executive chef sarà Antonino D’Alessio, a lungo nello staff di cucina di Piazza Duomo, coadiuvato in sala da Vincenzo Donatiello, direttore e sommelier per nove anni nel ristorante albese.
Tornando in Italia, e nello specifico in Piemonte, la cantina ha in cantiere un paio di progetti che vedranno la luce nell’arco dei prossimi due/tre anni. “Nel vigneto di Brunate, intorno alla Cappella, e quindi nel cuore del Barolo, vogliamo aprire un ristorante/enoteca, utilizzando una struttura esistente, dove il protagonista sarà il vino del territorio”, spiega Roberta Ceretto. “L’idea è creare una proposta snella così da coprire, insieme ai nostri altri ristoranti, più o meno tutte le fasce, in modo tale che i visitatori possano godere le Langhe sotto diverse prospettive”.
A Qatar e Langhe, si aggiunge il Roero, terra da cui proviene il Blangé, il bianco con uvaggio 100% Arneis che, con i suoi 90 ettari (sui 170 totali) e le circa 500 mila bottiglie, rappresenta poco più del 50% dell’intera produzione di Ceretto. Qui si articolerà il secondo progetto che sarà “legato all’arte, sulla falsa riga della Cappella del Barolo. Sarà un omaggio della nostra famiglia al territorio”. Il progetto, nello specifico, “vuole recuperare il torrione a Vezza che recentemente abbiamo acquisito assieme a otto ettari”. Oltre alla torre che coinvolge un noto artista, “abbiamo riportato il bosco a nuova vita e ripristinato un percorso che porta alla vetta coinvolgendo l’architetto paesaggista Louis Benech per armonizzare il tutto, nel rispetto del paesaggio”.
Tra i progetti che, almeno per il momento, sono fermi allo stato di mera idea c’è il pernottamento. “Un po’ ci stiamo pensando”, spiega Ceretto. “Di recente abbiamo acquisito la Biria a Diano d’Alba, paese che guarda i tre campanili di Alba, Barolo e Barbaresco, che, grazie alle sue quattro camere in Piazza Duomo, potrebbe essere ristrutturata per fare un piccolo albergo. I presupposti ci sono, perché le Langhe sono una destinazione turistica per praticamente tutto l’anno. Ma è complicato, anche perché bisogna trovare il partner giusto”.
In tema ospitalità, la realtà piemontese è già ampiamente attiva nell’ambito con l’accoglienza in cantina. Lo spazio nel quartier generale Ceretto, che si contraddistingue, tra le altre cose, per l’Acino (una sorta di bolla sospesa sul paesaggio di Langa), “può arrivare a ospitare fino a 30mila persone l’anno ma abbiamo scelto di fermarci a quota 10mila, così da essere sicuri di poter offrire un servizio di qualità. Non siamo infatti interessati a un tipo di visita mordi e fuggi e abbiamo quindi scelto di mettere dei paletti”, precisa Ceretto. “Ora abbiamo sei dipendenti che raccontano la nostra storia e i nostri vini a un pubblico selezionato di appassionati curiosi e di imparare, che già conoscono il vino e che sono disposti a pagare dai 40 euro in sù per la visita con degustazione”.
Il business Ceretto rimane comunque focalizzato sul vino, che genera oltre la metà dei ricavi totali. Nel 2021 ha infatti toccato quota 26 milioni di euro, di cui il 60% generato dal mercato italiano, in crescita sui 21 milioni del 2020 e sui 19 del 2019. “La crescita dello scorso anno – precisa Ceretto – è stata generato soprattutto con la distribuzione, in quanto abbiamo aumentato di molto l’approvvigionamento di vini francesi”. Considerando l’intero universo Ceretto, e quindi, tra le altre, anche la parte legata al mondo della ristorazione, il giro di affari si aggira sui 40 milioni di euro.