La longevità del Prosecco è già da qualche anno al centro dei progetti di Cantina Ruggeri, oggi in grado di proporre verticali delle sue più preziose selezioni, arrivando a stappare bottiglie di oltre vent’anni. “Siamo stati i primi a proporre il Prosecco adulto”, racconta a Pambianco Wine&Food la general manager Laura Mayr, facendo riferimento allo spirito pionieristico dell’azienda fondata nel 1950 a Valdobbiadene e nel 2017 entrata a far parte del gruppo tedesco Rotkäppchen–Mumm Sektkellereien. Ne sono testimonianza lo spumante ‘Vecchie Viti’, prodotto con uve colte da sole viti centenarie, e il ‘Cinqueanni’, Prosecco Superiore Docg affinato sui lieviti per più di 48 mesi.
Un percorso che la casa vinicola continua a esplorare, forte dei risultati ottenuti nel 2021, anno in cui ha messo a segno un aumento del fatturato pari al 79% sul 2020 e al 40% rispetto al 2019. “Nel 2022 siamo partiti con un cauto ottimismo, mitigato dalla guerra e soprattutto dall’aumento delle materie prime”, spiega la GM. A sostenere le prospettive positive, invece, ci sono le performance della categoria Prosecco che, prosegue Mayr, “ha un tasso annuo di crescita composto (cagr, ndr) del 10% e negli ultimi dieci anni è sempre cresciuta perché rappresenta un prodotto accessibile, molto apprezzato dai consumatori e collocato in una fascia intermedia di prezzo”.
Il patrimonio di diversità del territorio dal quale nasce la sua produzione è anche terreno fertile per progetti innovativi che guardano alla sostenibilità e alla salvaguardia dell’ecosistema e delle persone. Assieme ai suoi più di cento conferitori, Ruggeri nel 2019 ha aderito al protocollo Sqnpi (Sistema di qualità nazionale produzione integrata), che prevede norme e pratiche da seguire per ridurre al minimo i trattamenti chimici e fitosanitari, proteggendo la biodiversità. “Puntiamo ad avere l’80% di tutte le nostre uve certificate Sqnpi nei prossimi due anni”, rivela Mayr, sottolineando che l’approccio alla sostenibilità portato avanti dall’azienda “coinvolge non soltanto il lavoro in vigna, traducendosi anche nella vendemmia manuale delle uve, ma anche in cantina, dove il programma prevede il monitoraggio, tra l’altro, del carbon footprint e del water footprint”.
Un impegno nella ricerca della qualità storicamente rivolto al canale horeca, ossia “ristoranti ed enoteche – precisa la general manager – dove si concentra circa l’80% della distribuzione in Italia. Abbiamo anche un e-commerce, chiamato Ruggeri Wine Club, che sta crescendo con dei tassi interessanti”. Non una semplice piattaforma per la vendita online, bensì un sistema community, con l’obiettivo di “creare a livello internazionale un bacino di appassionati che diventino advocates del brand Ruggeri”. L’iscrizione è gratuita e offre la possibilità di acquistare i vini nella sezione dedicata, dove il Wine Club Manager è a disposizione per ogni informazione, nonché di accedere a numerosi vantaggi, tra cui iniziative riservate, anteprime e un piano che premia la fedeltà dei soci.