L’allentamento dei blocchi imposti dal lockdown ha fatto risalire le vendite di bollicine nel Regno Unito. Secondo i dati raccolti dalla società inglese di analisi e consulenza Kantar, nelle ultime quattro settimane fino allo scorso 18 aprile le vendite di spumante sono schizzate a +48% a fronte un aumento in generale della vendita di alcolici di un “solo” punto percentuale e legato alla riapertura di pub e ristoranti. Dietro al dato positivo del comparto bollicine ci sarebbe stata la tendenza da parte degli inglesi di festeggiare l’allentamento delle restrizioni “con un brindisi con amici o con la famiglia in giardino o nei parchi”.
“C’è una crescente sensazione che il peggio della pandemia sia alle nostre spalle, e le persone stanno diventando più a loro agio nell’avventurarsi al supermercato”, ha detto Fraser McKevitt, Head of Retail and Consumer Insight, Worldpanel Division, UK di Kantar ricordando poi come ormai gran parte della comunità over 65 sia ormai vaccinata e rappresenti quasi la metà dell’aumento generalizzato del traffico nel canale della Gdo. Infatti, le vendite complessive nei supermercati sono aumentate del 5,7% nelle dodici settimane fino al 18 aprile,
A trarre vantaggio dalla voglia di brindisi degli inglesi difficilmente sarà il vino italiano. Secondo l’analisi del Centro Studi Divulga, sulla base dei dati Istat relativi a gennaio 2021, il primo mese dopo l’uscita dall’Unione Europea, le esportazioni di vino Made in Italy in Gran Bretagna sono crollate del 36% per effetto degli ostacoli burocratici e amministrativi che frenano gli scambi commerciali dopo la Brexit. Il Regno Unito, con i suoi 3,7 miliardi di import tra vini e spumanti, resta il terzo mercato di sbocco dopo Stati Uniti e Germania, con spedizioni che però hanno raggiunto quest’anno il minimo del decennio. Come precisa il centro studi, sono numerose le difficoltà burocratiche che hanno stanno mettendo alla prova il vino italiano nel Paese. Sono dodici i nuovi vincoli obbligatori solo per esportare il vino nel Regno Unito. Si parte dall’etichettatura che fino al 30 settembre 2022 non prevede modifiche, ma dopo occorrerà indicare nome e indirizzo dell’importatore o imbottigliatore che opera nel Regno Unito; per il vino biologico nel 2022 scatta un certificato di ispezione. Novità poi sugli imballaggi, con un nuovo codice, informazioni che scoraggiano l’uso di alcol, registrazione su Banca dati Rex, il sistema degli esportatori registrati, per spedizioni di oltre 6 mila euro e infine un nuovo regime tariffario. Nel Regno Unito, conclude Divulga, sono state inviate etichette Made in Italy nel 2020 per 714 milioni di euro, di cui 324 milioni di spumanti.