Nuovo giro di vite negli Usa contro vini e superalcolici europei. In particolare, l’Ustr a fine dicembre ha pubblicato sul Federal Register una notice dove si annunciano ulteriori dazi sulle acquaviti vitivinicole di Francia e Germania. Dalla nuova tariffa del 25% sono particolarmente coinvolti cognac e brandy dal 12 gennaio 2021.
L’Italia resta quindi esclusa dalle nuove misure per gli spirits, e buone notizie per i produttori italiani arrivano anche sul versante dei vini. Coldiretti ha evidenziato, in una nota, come il vino italiano sia stato salvato ancora una volta dai dazi americani, per un valore di poco meno di 1,5 miliardi, colpendo invece la Francia, principale concorrente del made in Italy su quel mercato. La misura promette di sostenere i vini tricolori negli States e in particolare il Prosecco, il Pinot grigio, il Lambrusco e il Chianti che, a differenza dei francesi, erano scampati anche alla prima black list scattata ad ottobre 2019.
A far scattare la nuova ritorsione, ricorda la Coldiretti, sono state le tariffe aggiuntive europee del 10 novembre scorso sui prodotti alimentari Usa come ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate americane. Una misura autorizzata dal Wto dopo che gli Usa avevano deciso dal 18 ottobre tariffa aggiuntiva del 25% su una lista di prodotti importati dall’Italia e dall’Unione Europea per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone, ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.
Quanto agli spirits, l’annuncio della ulteriore tassazione all’ingresso dei prodotti made in France e made in Germany ha scatenato le proteste europee, a cominciare da quelle del direttore generale di Spirits Europe, Ulrich Adam, che ha chiesto la “rimozione rapida” di tutte le tariffe sugli alcolici. “Continuare a trascinare in questa controversia settori estranei sta solo creando ulteriori danni economici. Deve finire. Entrambe le parti devono trovare senza indugio una soluzione negoziata che assicuri che settori non correlati smettano di pagare il prezzo di una disputa che è completamente al di fuori del loro controllo e che consentirà effettivamente a settori come il nostro di contribuire pienamente a una ripresa economica nel 2021”, ha affermato Adam.
Secondo quanto riporta una nota di Federvini, il rappresentante commerciale statunitense Robert Lighthizer ha indicato che l’amministrazione statunitense uscente potrebbe concordare una sorta di “mini accordo” con il Regno Unito, che allevierebbe i dazi punitivi sul whisky scozzese single malt.