Il Natale fa sempre la differenza per un distributore di vini, ancor più se a catalogo può vantare sei marche di champagne tra cui Jacquesson e Roger Pouillon, ma Pellegrini lo affronta partendo da ottime basi. L’azienda fondata nel 1904, con sede a Cisano Bergamasco (Bergamo), è in costante crescita e il suo presidente Pietro Pellegrini racconta: “Negli ultimi dieci anni abbiamo quasi triplicato il giro d’affari. Il 2018 si è chiuso con 13,8 milioni di ricavi e quest’anno pensiamo di poter chiudere tra i 15 e i 15,5 milioni. L’anno era partito molto bene, oltre ogni previsione. Poi l’inizio ritardato dell’estate ha in parte ridotto il trend di crescita ma arriveremo comunque a rispettare le stime di un +15% anno su anno”.
Nel 2019, i nuovi brand inseriti in catalogo hanno riguardato il nuovo mondo e in particolare un produttore dell’Oregon e uno della California. Per il prossimo anno, invece, le novità riguardano il Piemonte e la Toscana. Il primo è Castello di Perno a Monforte d’Alba (Cuneo), che integra l’offerta in zona Barolo dove già Pellegrini era presente con la distribuzione dei vini di Giovanni Corino a La Morra. “Andremo così a rappresentare due anime molto diverse del Barolo”, precisa Pellegrini. Quanto alla Toscana, entrano in portfolio i vini di Tenuta Sette Cieli a Monteverdi Marittimo (Livorno), anche in questo caso funzionali a offrire una diversa visione della costa toscana e di Bolgheri dove Pellegrini è già legato a Giorgio Meletti Cavallari. “Entrano a catalogo perché sono aziende che meritiamo e che abbiamo considerato assolutamente giuste”, afferma il presidente della società di distribuzione.
La crescita di Pellegrini è avvenuta in un periodo difficile per la distribuzione. Ma come in ogni situazione difficile, nascono le opportunità e l’azienda le ha sapute cogliere pur restando concentrata sul mercato interno, dal quale dipende la quasi totalità del suo business. “Abbiamo fatto delle scelte coerenti, evitando le sovrapposizioni e non andando in concorrenza con i grossisti. Questo ci ha permesso di raggiungere risultati molto positivi”, afferma Pietro Pellegrini. Oggi la sua rete copre l’intera Italia. “I produttori inizialmente erano restii nell’affidarci completamente il territorio nazionale, compresa l’area dove erano presenti a livello produttivo, ma le cose stanno cambiando e oggi questo percorso mi sembra più semplice”. E in prospettiva, Pellegrini vede in positivo l’andamento del settore e della sua attività distributiva: “Crescerà, con i millennials e con le generazioni successive, l’interesse verso il vino e la cultura enoica, unita alla voglia di conoscere i territori e le persone”.