Dopo la vendita di Panini Durini, Stefano Saturnino (con Ilaria Puddu) si è concentrato sulla pizza napoletana e sta accelerando il numero di aperture a marchio Pizzium. Il format creato nel 2017 ha tagliato il traguardo, una settimana fa a Brescia, delle dieci inaugurazioni, ma ce ne sono altre tre in calendario questo mese: si parte l’8 marzo da Varese, per continuare l’11 a Torino con il secondo punto vendita sotto la Mole e infine, il 28 marzo, sarà la volta di Milano in via Andrea Doria 17, nella sede che ospiterà anche la Pizzium Academy.
“È una corsa veloce – spiega a Pambianco Wine&Food il direttore generale di Pizzium, Nico Grammauta – perché ci rendiamo conto che il format funziona e il suo successo è legato al mix tra la valorizzazione delle tipicità e l’innovazione del menù, con il lancio durante l’anno di pizze inedite e creative. Viviamo nel paese che ha i migliori prodotti alimentari al mondo, e allora perché non spingere su questi sapori autentici? Nei prossimi 36 mesi, lo sviluppo di Pizzium avverrà solo nel territorio italiano”.
E intanto il giro d’affari cresce di conseguenza. L’ultimo anno, con nove pizzerie aperte e in buona parte con opening effettuati in corsa, il fatturato ha raggiunto i 5 milioni di euro e per il 2019 si punta al raddoppio del fatturato. La strategia dei due soci – con Saturnino c’è Giovanni “Nanni” Arbellini, pizzaiolo e consulente di esperienza, ex Rossopomodoro e Briscola – prevede solo lo sviluppo diretto ed esclude il franchising. Inoltre, pur intravedendo possibilità di crescita oltreconfine e in particolare nella vicina Francia, Pizzium si concentra sull’Italia perché, ci spiega Grammauta: “Un impegno al di fuori dell’Italia, con tutto quel che comporterebbe in termini logistici per materie prime 100% italiane, finirebbe per distrarre le nostre attenzioni. Ed è un rischio che vogliamo evitare, essendo nel pieno di uno sviluppo accelerato e al tempo stesso sostenibile”.
Il progetto dell’Academy completa un programma di formazione necessario in una fase di espansione. Oggi Pizzium conta 170 addetti, che dovrebbero aumentare fino a quota 300 nel corso dell’anno. E non c’è solo la formazione tra le attenzioni del management aziendale. “Siamo una società labour intensive e abbiamo compreso che il successo dipende innanzitutto dal livello di soddisfazione e di benessere diffuso tra il personale. Vogliamo essere un’isola felice, dove i lavoratori stanno bene e operano bene, e per questo abbiamo introdotto un programma aziendale di welfare”, sottolinea Grammauta.
Oltre alle pizze e ad alcuni piatti della tradizione campana, il menù di Pizzium comprende una parte dell’offerta realizzata dalla pasticceria Gelsomina, inserita nell’orbita delle attività di Saturnino.
Quanto a eventuali aperture di capitale, Grammauta afferma: “La crescita di Pizzium sta avvenendo in modo sano, secondo le linee definite in un piano industriale affrontabile con le nostre forze. Siamo aperti a collaborazioni con istituzioni finanziarie e bancarie, ma non a cessioni di quote”.