Il cioccolato fa gola anche agli investitori e le proposte di vendita non sono mancate a Guido Gobino, una delle griffe di questo prodotto. “Abbiamo detto dei ‘no’ molto garbati”, spiega a Pambianco Wine&Food l’artigiano piemontese noto nel mondo per la qualità dei suoi prodotti, l’ultimo dei quali è stato presentato al Salone del Gusto: Morogoro, di origine Tanzania e realizzato in edizione limitata. “Deciderà mio figlio, un giorno, se continuare da solo o scegliersi dei compagni di viaggio. Noi per ora andiamo avanti così perché siamo in grado di gestire attività e crescita”.
L’azienda di Gobino ha chiuso a giugno 2018 il bilancio annuale con un aumento di circa il 7%, arrivando a circa 6 milioni di euro. L’export genera il 15% dei ricavi. “Non è molto e ci stiamo attrezzando per raddoppiare, ma non abbiamo mai avuto una vera e propria struttura commerciale per l’estero. Teniamo presente però che la metà del fatturato dipende dai nostri negozi diretti”. Attualmente i punti vendita di Guido Gobino sono cinque: tre a Torino, uno a Milano in Brera e infine l’outlet aziendale sempre nella città di Torino. “Vogliamo aumentare il numero dei negozi. La presenza a Milano, in particolare, ci ha aperto diverse nuove strade soprattutto verso il Medio Oriente ma non farò joint venture. Un conto è potenziare l’export entrando in negozi con marchio altrui, un altro conto è replicare i monomarca. Abbiamo avuto diverse proposte ma la nostra intenzione è di operare sempre in maniera diretta”, afferma l’artigiano torinese.
Un altro aspetto su cui Gobino pone l’accento è quello della formazione. L’azienda ha organizzato assieme a Domori un programma di corsi per educare il consumatore finale, attraverso una rete di 50 trainer formati nelle due realtà piemontesi del cioccolato. “L’obiettivo è insegnare a degustare il cioccolato, esercitando i sensi e trasferendo non solo la conoscenza del brand ma anche la nostra filosofia aziendale. Facciamo quindi corsi di primo, secondo e terzo livello, esattamente come per i sommelier”. I corsi in genere si concludono con la visita in azienda, altro aspetto su cui Gobino punta con particolare attenzione. “La nostra fabbrica del cioccolato è sempre aperta, con prenotazione direttamente dal sito. Siamo attrezzati con personale formato, che parla quattro lingue. E le visite si concludono sempre con la degustazione”.