La candidatura dei colli di Conegliano e Valdobbiadene, terra di Prosecco docg, a patrimonio Unesco sarà riesaminata nel 2019. Il rinvio è stato reso necessario dall’esito della votazione, con 12 voti favorevoli e 9 contrari, che si è tenuta a Manama, in Bahrain. La maggioranza richiesta era di 14 voti a favore e i due voti venuti a mancare sono, tra gli altri, quelli di Spagna e Norvegia. Con loro hanno espresso parere negativo Australia (un “no” abbastanza scontato, poiché con gli australiani è in atto una battaglia totale sul fronte del Prosecco legata alla tutela richiesta dagli italiani nel quadro dell’accordo di libero scambio, mentre gli australiani producono il loro Prosecco da uve Glera e non hanno intenzione di rinunciare al nome), Brasile, Cina, Indonesia, Barhain, Kirghizistan, Saint Kitts and Nevis.
Il comitato dell’Unesco ha riconosciuto le potenzialità del sito collinare trevigiano e l’efficacia del sistema di protezione e gestione messo in atto dalle autorità italiane. Tuttavia, nel documento della decisione finale, rinvia l’iscrizione al registro dei patrimoni mondiali dell’umanità “affinché l’Italia possa rappresentare al meglio le caratteristiche di questo patrimonio e completare il processo di attuazione delle specifiche misure di tutela, già avviato con la candidatura”.
In terra di Prosecco Superiore, l’esito della discussione viene comunque considerato positivo, almeno rispetto alla valutazione di apertura “not inscribe” proposta dal comitato tecnico Icomos. La palla passerà all’assemblea annuale del 2019, che si terrà a Baku, capitale dell’Azerbaijan, paese che ha invece votato a favore dell’iscrizione dei colli del Prosecco a patrimonio Unesco.
Innocente Nardi, presidente dell’Associazione temporanea di scopo “Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità” e del Consorzio di tutela del Prosecco docg, ha commentato: “Sapevamo che il traguardo poteva richiedere ancora un po’ di lavoro e di tempo. restiamo determinati nel raggiungere questo obiettivo nell’estate 2019”.
L’Italia porta invece a casa un successo pieno dal Barhain. La città di Ivrea ha ottenuto l’iscrizione a patrimonio Unesco come città industriale.