Un altro “colpo” messo a segno nel mondo del vino riguarda Montalcino. Questa volta ad aver acquisito una realtà nel territorio del Brunello è un big toscano: si tratta di Famiglia Cecchi, società con sede nel Chianti Classico e operante anche in Maremma, a San Gimignano e in Umbria nella zona del Sagrantino di Montefalco.
Cesare e Andrea Cecchi hanno infatti concluso l’acquisizione di vigneti a Montalcino per la produzione di Brunello e Rosso di Montalcino. Si tratta, precisa l’azienda confermando i rumors riportati da Winenews, di vigne localizzate nella zona di San Polo e di Castelnuovo dell’Abate, per una superficie complessiva di circa sei ettari. Completano la proprietà altre superfici coltivate a uliveto e cereali per un totale di 8,5 ettari. La Cantina, localizzata nei pressi della Abbazia di Sant’Antimo, diventerà il centro aziendale della nuova Tenuta di Famiglia Cecchi e comprende anche una zona che sarà destinata alla ospitalità enoturistica.
“Siamo molto contenti di questa nuova acquisizione a Montalcino” spiega Cesare Cecchi in una nota ufficiale, “anche perché cade nell’anno della ricorrenza dei 125 anni di attività della Cecchi, fondata da mio bisnonno nel 1893. Si tratta di un progetto a lungo respiro, che conferma la volontà della nostra azienda di seguire direttamente ogni fase della filiera, dalla vigna alla bottiglia, partendo da vigneti di proprietà”.
“Come in altre recenti acquisizioni” continua Andrea Cecchi, riferendosi a Villa Rosa nel Chianti Classico che proprio quest’anno vedrà l’uscita della Gran Selezione, ”le nostre scelte sono sempre mirate a zone valorizzate, individuando superfici vitate poste in terreni ed esposizioni di eccellenza dove esaltare il concetto di territorialità”. E aggiunge poi Leonardo Raspini, direttore generale dell’azienda: “E’ bello e motivante operare all’interno di una realtà familiare dove c’è ancora voglia di crescere e investire in progetti importanti, che nascono dalla passione dell’imprenditore che poi affida progettualità e sviluppo ai manager aziendali. L’obiettivo è produrre un Brunello che sia espressione autentica di quella parte di Montalcino culla d’origine della denominazione”.