Valpolicella in tour nel Far East per potenziare due mercati da scoprire per i suoi grandi vini, in particolare per l’Amarone. Il Consorzio di tutela veronese diretto da Olga Bussinello sta portando avanti in questi giorni, fino al 4 luglio, una serie di workshop e degustazioni tra Shanghai (Cina) e Taipei (Taiwan) dedicati agli operatori del settore horeca, agli importatori e alla stampa locale. Obiettivo: educare alla qualità e alla varietà dei rossi della Valpolicella anche grazie all’abbinamento con la cucina locale. La Cina è un mercato potenzialmente immenso e particolarmente favorevole ai vini strutturati come l’Amarone, che però non ha mai sfondato: pur essendo esportato per l’80%, trae da Pechino appena il 5% delle quote export destinate ai Paesi extra Ue. Da questo punto di vista, il re dei vini veronesi rispecchia la situazione generale italiana in Cina, con l’export complessivo fermo a una piccola quota di mercato (7%, pari a 78,6 milioni) dietro non soltanto ai francesi che stradominano con quasi 500 milioni di euro, ma anche ad australiani (193,7 milioni), cileni (126) e spagnoli (83,5). La Cina, sesto mercato mondiale per la domanda di vini, è soltanto la quindicesima destinazione dell’export italiano. Va un po’ meglio nell’isola prospiciente, dove operano oltre 1.200 ristoranti italiani e che lo scorso anno ha garantito al nostro vino 130 milioni di export. Ma anche per Taiwan c’è molto da recuperare rispetto a francesi (40% del mercato), spagnoli (14%) e cileni (12%).