Il risultato registrato dal Prosecco doc (+8%), leader di categoria, traina tutti gli spumanti italiani. Secondo i dati dell’osservatorio Ovse-Ceves (Centro economico studio vini speciali), presieduto da Giampietro Comolli, nel 2018 sono state consumate poco meno di 700 milioni di bottiglie di bollicine made in Italy tra Italia ed estero, in aumento del 4,5% rispetto al 2017. Tra queste, domina la produzione con metodo martinotti-charmat, pari a 670 milioni di bottiglie, contro circa 30 milioni legate allo spumante metodo classico.
Il valore generato all’origine in cantina raggiunge il massimo storico, con 2,23 miliardi di euro. Ciò significa che il prezzo medio a bottiglia realizzato dalla cantina è di 3,2 euro a bottiglia.
L’Italia è ritornata al consumo pre-crisi, vale a dire ai livelli del 2008, con 200 milioni di bottiglie consumate all’interno. Intanto però è aumentata fortemente, e sempre grazie al Prosecco, la parte destinata all’estero, con poco meno di 500 milioni di bottiglie vendute oltre confine.
“Il consumo – osserva Comolli – è ‘proseccocentrico’: vale il 15% di tutto il vino italiano; vale il 65% di tutti gli spumanti italiani rappresentando il 79% dei volumi consumati. Tra Italia e Francia resta il gap del valore, anche se negli ultimi 10 anni è quasi raddoppiato il valore finale medio di una bottiglia del sistema-universo Prosecco Docg-Doc”.
Ovse sottolinea che la strada dell’incremento del valore unitario del Prosecco, e di tutti i vini italiani, passa in gran parte nel modello e nel format della valorizzazione diretta sul mercato, nel posizionamento su ogni singolo mercato, nella scelta del canale di consumo. Verticalità aziendale, soddisfazione della domanda, azione e misura per ogni canale di consumo sono i pilastri per far crescere il valore della bottiglia e di tutto il settore.
“Per quanto concerne il mercato nazionale – osserva Comolli – c’è un ritorno ai consumi concentrati in occasioni speciali: circa il 53% delle bottiglie è stappato in 30 giorni a fine anno. Il consumatore chiede più bollicine secche e brut indipendentemente dal metodo di produzione, per scelta alimentare per tipo, momento e luogo di consumo, ma chiede anche più assistenza e competenza nei consumi al banco e nei ristoranti normali. Novità assoluta le decine di nuove etichette del centro-sud Italia ottenute con metodi diversi ma da vitigni autoctoni non tradizionalmente spumantizzati, come Nebbiolo o Negroamaro, o Aleatico o Fiano…in Italia 40 vitigni oggi producono bollicine”.