Tiene il fatturato, calano ebitda e risultato netto. È questa la fotografia 2023 di Gruppo Amadori che, nello scorso esercizio fiscale, ha registrato ricavi per 1,78 miliardi, in rialzo del 2,5% grazie “all’aumento dei volumi e dei prezzi di vendita dei prodotti a valore”, fa sapere l’azienda specialista del settore avicolo. Di contro, l’ebitda è risultato in calo a 126 milioni di euro (7,1% del fatturato), contro i 152 milioni dell’anno precedente, così come il risultato netto, pari a 28,5 milioni e in flessione sui 67,6 milioni del 2022. Il patrimonio netto è di 377 milioni, contro i 358 milioni del precedente esercizio.
In termini di canali, la Gdo ha registrato una sostanziale tenuta (+0,7% a valore), il normal trade è cresciuto del 2,3%, mentre il “fuori casa ha continuato la sua crescita (..) rappresentando così uno dei principali canali di sviluppo per Amadori”.
E infatti, il nuovo piano strategico 2024-28 prevede lo sviluppo della presenza nell’out of home. Questo “sarà un percorso in cui i nostri sforzi – dichiara l’AD del gruppo Denis Amadori – si concentreranno verso le direttrici principali di rafforzamento della brand reputation, la ricerca delle efficienze operative e la valorizzazione delle risorse interne, oltre alla riduzione della dipendenza da fattori esogeni, attraverso significativi investimenti”.
Nel 2023, gli investimenti per potenziare il presidio lungo tutta la filiera sono stati di circa 70 milioni di euro, arrivando a fine anno ad ottenere una filiera formata da 19 siti produttivi, 16 centri di distribuzione e circa 800 allevamenti (sia a gestione diretta che in convenzione), occupando complessivamente oltre 9.300 addetti.
Sempre lo scorso anno, Amadori ha rilevato il 70% del capitale della società Forno d’Oro, azienda di trasformazione alimentare specializzata nella lavorazione e produzione di elaborati avicoli di alta gamma.