Il cielo scuro, le nuvole basse e la conseguente pioggia che ha bagnato i vigneti in queste settimane, sono stati un fenomeno atmosferico ben accolto dai produttori dell’Alta Langa. Il clima primaverile uggioso ha infatti giovato alla produzione vitivinicola di questa zona del paese. “Le copiose piogge dei mesi di aprile e maggio hanno permesso di ristabilire un equilibrio per le viti che risultano, quindi, sane e vigorose”, conferma convinta Mariacristina Castelletta, presidente del Consorzio Alta Langa. “Le vigne sono in piena fioritura, pulite e fortunatamente senza malattie particolari. Come sempre l’attenzione resta vigile sulla cura del vigneto, che con il rialzo delle temperature nel periodo estivo permetterà di garantire la migliore maturazione delle uve”.
Valutato positivamente l’impatto climatico, si iniziano a fare stime e previsioni per il 2024. “La denominazione Alta Langa Docg prosegue il suo cammino di crescita e valorizzazione”, assicura la rappresentante del Consorzio piemontese. “Il trend è estremamente positivo e, dal 2021 al 2023, abbiamo segnato un aumento record del 73% dei volumi di vendita. Il primo quadrimestre del 2024 ha risposto alle nostre attese e confidiamo che prosegua nei prossimi mesi. A livello di trend, non stiamo notando particolari cambiamenti: sono particolarmente richiesti i vini con residuo zuccherino più contenuto o dosaggio zero. Il Brut rimane la tipologia più richiesta, assorbendo il 56% dei volumi. La nostra previsione è di chiudere la stagione con un fatturato pari a 40 milioni di euro, rispetto ai 30 milioni registrati nel 2023”.
Un andamento quindi confortante che non intacca i traguardi che si è posto il Consorzio sul lungo periodo. “La programmazione dei vigneti è in corso e ci condurrà ad avere circa 600 ettari produttivi entro il 2030”, fa sapere Castelletta. “Ciò rende possibile una produzione potenziale di 5,5 milioni di bottiglie che giungeranno sul mercato in modo scalare, nel rispetto dei lunghi tempi di affinamento previsti dal disciplinare (minimo 30 mesi) e della volontà dei singoli produttori di prolungare la sosta sui lieviti oltre il periodo imposto da questo regolamento”.
Qualcosa di consistente comincia poi a succedere anche al di fuori dei confini di produzione. L’estero non è ancora una voce dominante nel business vinicolo dell’Alta Langa, ma la percezione sempre più diffusa è che si sia finalmente avviato un processo di sviluppo dell’export, galvanizzato anche dalla storicità di questo vino spumante. “Riscontriamo interesse da parte degli opinion leader esteri e notiamo specialmente il desiderio e curiosità di conoscere la storia della nostra denominazione relativamente giovane, che rappresenta il metodo classico più antico d’Italia, nato appunto nella nostra regione piemontese a metà dell’800”.
In parallelo, il consorzio è fortemente coinvolto nell’organizzazione di attività atte a promuovere e fare conoscere, a livello nazionale e internazionale, le alte bollicine piemontesi. Il prossimo 17 giugno andrà in scena presso il Palazzo Brancaccio a Roma, una degustazione aperta agli operatori del settore vinicolo e promossa da 27 produttori aderenti al Consorzio. Dopodiché si attenderà la fine dell’estate per rimettere in moto la macchina organizzativa che darà il via al progetto itinerante Alta Langa Anima di un Territorio, riservato ad addetti ai lavori radunati intorno a un tavolo per delle sessioni di confronto e dialogo, accompagnate da assaggi gastronomici favoriti dalla presenza e coinvolgimento di alcune storiche osterie dell’Alta Langa. Food pairing protagonista anche dal 12 ottobre quando prenderà il via la 94 esima edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, di cui il Consorzio è main partner.