Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg si riallinea sui valori pre-pandemici. È quanto comunicato dal Consorzio di riferimento che prevede, per il 2023, un calo dei volumi pari al 10% sul 2022 quando erano state vendute poco più di 100 milioni di bottiglie per un valore di quasi 607 milioni di euro. Sale, però, il valore del prodotto stimato a +4,7 per cento. Delle 100 milioni di bottiglie dello scorso anno, 57 milioni (pari al 60,2% delle vendite) erano state assorbite dal mercato italiano (per un valore pari a 365,5 milioni di euro) e le restanti dal mercato estero. Quest’ultimo si prevede ora in flessione di circa il 6%, a cui fa però da contraltare un aumento del valore pari al 4,5% il quale “ci conferma – commenta Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di Tutela – che il lavoro sul posizionamento del prodotto continua a essere vincente”.
“La riduzione dei volumi venduti nel 2023 – fa sapere il Consorzio – è il risultato di comportamenti diversi osservati nei vari canali di distribuzione”. Per quanto riguarda il mercato italiano, “la ristorazione, sostenuta soprattutto dalla crescita del flusso di turisti stranieri, sta mantenendo i volumi mentre si nota una decrescita nella grande distribuzione”. Il volume di vendite in Gdo nel periodo ottobre 2022 – ottobre 2023 risulta infatti in calo del 6,5% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, a fronte di un aumento in valore pari al 2,3 per cento. “Con il passare dei mesi, tuttavia, la domanda nel 2023 si sta riallineando con quella dell’anno precedente e nel trimestre luglio, agosto, settembre 2023 le vendite in grande distribuzione sono cresciute rispetto al 2022 del 3,4% in volume e del 6,8% in valore”.
“L’anno che stiamo per chiudere è stato molto complesso, ma alla complessità e all’evolversi repentino degli eventi ormai siamo abituati”, commenta Bortolomiol. “Il 2023 si chiuderà con circa il 10% in meno delle bottiglie vendute rispetto al 2022. Dopo un inizio anno molto lento abbiamo recuperato negli ultimi mesi e oggi registriamo una flessione rispetto al 2022 assestandoci nuovamente sui valori pre-pandemici. Lo scorso anno infatti ha rappresentato un’eccezionalità e i dati di oggi sono più fedeli alle reali potenzialità della denominazione”.