Il mese di ottobre interrompe la performance positiva dei consumi nella ristorazione in Italia, che da gennaio ad ottobre 2023 ha visto un progressivo +9,7% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Lo scorso mese, infatti, l’Osservatorio Consumi Confimprese-Jakala ha registrato il primo risultato negativo nell’anno per i consumi della ristorazione a -1,9%, dopo aver mantenuto un andamento positivo e costante per tutto il 2023. Nel complesso hanno registrato segno meno anche tutti gli altri settori, andando ad ottenere -3,8% rispetto a ottobre 2022.
Il rallentamento appare ancora più evidente nel confronto con il pre-Covid: a ottobre l’indice generale fa infatti segnare un -5,1% mensile e un progressivo gennaio-settembre al -3,9 per cento.
Quanto ai canali di vendita lo scorso mese ha performato “bene” l’online con una crescita del 15,1%, mentre gli altri sono stati tutti in negativo: dai centri commerciali a -2,9% alle high street a -5,3%, leggermente meglio i negozi di prossimità a -0,4% e il travel -0,2 per cento.
A livello geografico l’unica performance positiva in Italia è stata quella del nord-est che segna +2,1%, seguita da decrementi a nord-ovest (-2,5%), centro (-3,2%) e sud (-6,5 per cento). Sul podio sale il Trentino Alto Adige a +5,3%, mentre il Molise si conferma per il secondo mese consecutivo la peggiore a -13,1 per cento. Nelle città di provincia Cuneo mostra le migliori performance a +6,1%, Caltanissetta precipita a -13,3 per cento.
“Il mese di ottobre conferma la difficoltà dei consumatori nel mantenere i livelli di spesa degli anni precedenti”, commenta Mario Maiocchi, direttore centri studi Confimprese. “Con l’incremento inflazionistico cumulato su due anni, pari al 14%, i consumi obbligati quali affitti, energia, trasporti e primari come alimentari e beni di prima necessità, hanno eroso in modo significativo la quota di reddito disponibile per consumi più discrezionali. Se i retailer vogliono affrontare con successo il periodo commerciale più importante dell’anno dovranno cogliere queste tendenze di fondo e allinearsi ai mutati orientamenti di spesa dei consumatori”.