L’impegno green di Leonardo DiCaprio continua la propria espansione nel campo dell’alimentazione. L’attore e attivista ha fatto il suo ingresso nella catena plant-based Neat Burger in qualità di investitore strategico.
“L’approccio pionieristico alle proteine alternative di NeatBurger – commenta DiCaprio su Twitter – è un ottimo esempio del tipo di soluzioni di cui abbiamo bisogno per sconvolgere il nostro sistema alimentare e fare la differenza nella riduzione delle emissioni globali e sono entusiasta di supportarla come investitore”.
La startup che è nata a Londra nel 2019, e che tra i suoi founder conta il pilota di Formula 1 Lewis Hamilton, ha lanciato negli scorsi giorni una raccolta fondi di serie B da 30 milioni di dollari (circa 31,6 milioni di euro) così da alimentare la crescita. Attualmente l’azienda conta infatti otto location a Londra ma l’idea, si legge su Bloomberg, è quella di aprirne 12 negli Stati Uniti, a cui se ne aggiungeranno altre nel Medio Oriente e in Italia entro l’anno, arrivando così a quota 42.
Le ultime stime valutano l’azienda 100 milioni di dollari.
Questo rappresenta l’ennesimo investimento nel campo alimentare di Leonardo DiCaprio. Negli scorsi mesi l’attore è infatti diventato azionista di Telmont, maison di Champagne parte del gruppo Rémy Cointreau, sposandone l’approccio green, così come aveva investito nella carne veg di Beyond Meat, in quella coltivata di Mosa Meat e Aleph Farms.
Il futuro della corsa alle proteine vegetali l’ha tracciato Bcg- Boston Consulting Group nel suo studio Food for Thought. The Protein Transformation, che ha analizzato il crescente interesse verso le proteine derivate dalle piante, come soia o piselli gialli, oppure quelle prodotte utilizzando batteri, lieviti, alghe unicellulari e funghi o coltivate direttamente da cellule animali, tra cui della carne e dei frutti di mare. “Il loro consumo – segnalano gli analisti – è destinato ad aumentare di sette volte nei prossimi quindici anni a livello globale, passando dalle attuali 13 milioni di tonnellate l’anno, il 2% delle proteine animali, a 97 milioni di tonnellate entro il 2035, quando rappresenteranno l’11% del totale”.
L’analisi rileva che entro il 2035 il mercato delle proteine alternative raggiungerà il valore di 290 miliardi di dollari, spinto dall’interesse di consumatori, aziende e investitori verso prodotti salutisti, con minori emissioni di CO2 e minori implicazioni etiche legate all’allevamento intensivo degli animali.