È un mese cruciale quello di dicembre per qualsiasi produttore di bollicine e quindi anche per una storica cantina della Valdobbiadene come Valdo. Benché i giochi non siano ancora conclusi, è possibile tirare le prime somme di un anno vissuto sull’ottovolante delle chiusure e delle aperture dovute alla pandemia.
“Nonostante le difficoltà di fine 2020 e di tutto il primo periodo del 2021, possiamo dire che si sta concludendo un anno certamente positivo” spiega a Pambianco Wine&Food Pierluigi Bolla, presidente di Valdo, realtà che produce circa 16 milioni di bottiglie l’anno e fortemente legata al territorio di Valdobbiadene e del suo famoso Prosecco Docg. “Secondo le nostre previsioni pensiamo di chiudere il 2021 con un fatturato di circa 80 milioni di euro, quindi con una crescita stimata tra il 25 e il 27% rispetto all’anno scorso”.
Al netto di alcuni segmenti di mercato, in particolare l’horeca, che hanno vissuto un 2020 decisamente orribile e che quindi ora forniscono dati molto positivi, ma da valutare con cautela, la crescita di Valdo nel 2021 è a doppia cifra sia in Italia che nei principali paesi esteri, a partire dal Regno Unito, bacino di sbocco fondamentale per qualsiasi produttore di Prosecco.
“In Italia – continua il presidente di Valdo – siamo cresciuti con forza, in particolare in gdo, che rappresenta il 60% delle nostre vendite e che ha registrato un’ottima performance con un +20 per cento. L’horeca, naturalmente, non poteva che migliorare dopo un anno come il 2020, ma non è tornato ancora a livelli di fatturato pre-Covid”.
Note positive arrivano anche dai mercati esteri, che per l’azienda della famiglia Bolla vale metà del fatturato. “Nel Regno Unito, nonostante tutti i problemi legati alla Brexit, cresceremo dell’11% rispetto al 2020, che comunque ci aveva visto crescere di qualche punto percentuale rispetto al 2019”. Ottimi riscontri arrivano dalla cosiddetta area Dach, che racchiude i paesi di lingua tedesca (Germania, Austria e Svizzera), da sempre amanti di Prosecco e che fa segnare un +15 per cento, ma le notizie positive arrivano soprattutto anche dagli Usa. “Ora siamo tornati a crescere in misura importante perché il nostro vino negli Stati Uniti viene distribuito prevalentemente nel canale horeca”.
Ora è tempo di pensare al 2022 e non mancano nuovi progetti, alcuni già in cantiere ma che il prossimo anno sbocceranno definitivamente. Casa Valdo, ad esempio, è in dirittura di arrivo. Si tratta di un antico casolare, con un ettaro e mezzo di terreno annesso nel centro di Valdobbiadene, che con la fine della ristrutturazione diventerà un luogo dove ospitare clienti e turisti e all’interno del quale verranno organizzati eventi e degustazioni, con la possibilità di fornire anche ospitalità grazie alla presenza di sei camere.
“Di fronte a Casa Valdo abbiamo quella che abbiamo chiamato la Biblioteca del Prosecco“, continua Pierluigi Bolla. “Si tratta del vigneto di Pradase, un vero e proprio cru dove si trovano anche antichi vitigni autoctoni come Perera, Verdiso e Bianchetta, nonché alcuni cloni di glera che oggi non si trovano più. Una selezione di queste uve concorrono alla creazione del nostro Metodo Classico, che sosta 24 mesi sui lieviti e viene prodotto in sole 6000 bottiglie”.
Il tema della sostenibilità è sempre più importante per Valdo, ha ricevuto un spinta decisiva dopo la realizzazione di un impianto fotovoltaico sul tetto di uno dei due impianti di vinificazione e dal lancio, durante l’ultima edizione della Milano Wine Week, del Prosecco Biologico Amor Soli. “Infine, nel 2022 posso anticipare che abbiamo in mente di lanciare delle iniziative importanti per quanto riguarda la nostra storica Cuvée di Boj, per festeggiare il traguardo delle 40 vendemmie”.