C’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e considera il risultato 2020 superiore alle previsioni. C’è chi lo vede mezzo vuoto e analizza i dati, che sono nettamente negativi. Il bilancio del turismo per l’estate 2020, comunque lo si consideri, sarà in forte calo rispetto agli introiti che il settore si era assicurato nel corso del 2019. Gli italiani non sono bastati per compensare il crollo degli ingressi dall’estero, e peraltro la situazione dello stesso turismo interno appare condizionata dalla situazione generale. Una conferma arriva, in tal senso, dallo studio di Swg e Confturismo Confcommercio, rilevando un calo di due punti dell’indice che rappresenta la propensione degli italiani a viaggiare. Non era mai successo in 5 anni di rilevazioni. Lo studio non esprime dati certi, ma l’interpretazione che ne trae la Confcommercio Turismo, per voce del suo presidente Luca Patanè, è la seguente: “A fine marzo ipotizzavamo una perdita di valore della produzione del turismo nel 2020 nell’ordine dei 100 miliardi di euro: allora sembrava una visione eccessivamente drammatica ma ogni giorno che passa ci avviciniamo sempre più alla sua concretizzazione”.
Agosto è stato un mese più che brillante, ma non al punto da compensare i cali registrati nei mesi precedenti. Del resto, era impensabile recuperare dopo una primavera di lockdown, che aveva fatto saltare la Pasqua, e dopo un maggio caratterizzato in buona parte da limitazioni alla circolazione tra regioni. Così il turismo è iniziato a giugno nelle aree più accessibili dai grandi centri urbani, a luglio inoltrato in quelle più lontane e difficili da raggiungere.
Tra le destinazioni più gettonate compare la Versilia. “Avremmo messo milioni di firme, a maggio, per garantirci una stagione come questa”, racconta a Pambianco Wine&Food il sindaco di Forte dei Marmi, Bruno Murzi, che è anche presidente del neonato consorzio per la promozione turistica della Versilia. “Da anni non vedevamo così tanti italiani, nelle nostre località, ed è stata certamente l’occasione per rifidelizzare il turismo nazionale. Gli stabilimenti balneari hanno lavorato molto bene, i ristoranti pure, mentre gli hotel hanno sofferto parecchio nel mese di luglio, per superare il 90% di occupazione ad agosto, quando nei fine settimana era pressoché impossibile trovare una camera libera”. Settembre, invece, promette poche soddisfazioni nella costa toscana. “La riapertura delle scuole non facilita, e per il 20 del mese si prevedono tante chiusure di attività”, afferma il sindaco.
Le località di montagna sono state prese d’assalto già da luglio. A Cortina d’Ampezzo, agosto è stato molto positivo e Roberta Alverà, presidente della locale Federalberghi, trae un bilancio mediamente favorevole. “Non abbiamo certamente raggiunto il livello degli anni scorsi, ma se consideriamo i timori di giugno, possiamo essere abbastanza soddisfatti. Agosto, in particolare, è stato un buon mese, con il 75% di occupazione nelle prime due settimane e con punte del 90% nella terza settimana del mese. Settembre è un punto di domanda. Purtroppo, in questi giorni, stanno arrivando le disdette degli stranieri che avevano atteso fino all’ultimo prima di cancellare il viaggio, confidando in una maggiore apertura del turismo internazionale che non c’è stata”. Ora tutti, nella località più celebre delle Dolomiti, attendono l’inverno. “Abbiamo i Mondiali di sci in arrivo e teniamo le dita incrociate, perché si tratterebbe del primo grande evento sportivo internazionale post Covid e se tutto dovesse andare per il meglio, significherebbe una ripartenza di grande rilevanza globale per Cortina”, sottolinea Alverà.
Tornando al mare, in riviera romagnola ci sono state situazioni differenti, con aree più colpite dal calo del turismo estero e altre che si sono ben difese grazie agli italiani. “Riccione è stata certamente avvantaggiata dal fatto di avere, storicamente, un tasso di incidenza degli stranieri inferiore rispetto alla media della riviera – afferma Mirco Previsdomini, consigliere del Consorzio Riccione Turismo – e abbiamo visto un ritorno davvero importante di clienti che magari non frequentavano più la nostra zona da tempo. Tutte le strutture hanno lavorato bene, con tassi di occupazione che hanno raggiunto o superato il 75% già a luglio, mentre ad agosto siamo andati oltre il 90%, tenendo conto che ben pochi hotel hanno deciso di saltare la stagione”.