L’avocado mania non si ferma e prosegue il trend iniziato nel 2017 a Brooklyn con Avocaderia, la prima del mondo, ideata da un trio di soci italiani. Francesco Brachetti, Alberto Gramigni e Alessandro Biggi ci avevano visto lungo, dedicando un ristorante a quel frutto “grasso ma buono”, sano e salutare, dalle rinomate proprietà vitaminiche, antiossidanti ed energetiche, facile da usare in cucina. E se negli ultimi anni il consumo di avocado è quadruplicato, la spiegazione più plausibile, secondo il Washington Post, è il progressivo venir meno delle restrizioni sulle importazioni da Messico e Paesi limitrofi. Se nel 2000 il 40% degli avocado venduti negli Stati Uniti proveniva dall’estero, oggi la quota importata supera l’85%. Secondo i dati dell’International Trade Centre, nel periodo 2012-2016, si parla di un giro d’affari di 4,4 miliardi di dollari e il Messico è il maggior esportatore.
In Europa il primo avocado bar è stato The Avocado Show di Amsterdam, 3 anni fa. Un boom inarrestabile che segue l’onda salutista e vegana, per un frutto che è anche eco-friendly e assolutamente plastic free ricco di minerali e fibre.
E in Italia? A Milano raddoppia Avo Brothers, con l’apertura in via Porro Lambertenghi nel quartiere Isola, dopo il primo aperto un anno fa in corso 22 Marzo. Ezra Bozotti, uno dei cinque soci fondatori di Avo Brothers, rivela a Pambianco Wine&Food che il fatturato 2019 del primo ristorante si aggira intorno al milione di euro. “Grazie alle numerose richieste stiamo valutando la possibilità di aprirci al franchising, ma non nell’immediato”. Da Flavours in via Giardino, l’avocado ha il ruolo di protagonista e si trova in tutte le preparazioni. Da Macha Caffè, nei suoi 8 locali a Milano (più il nuovo che aprirà a breve a Torino) l’avocado burger è tra i piatti più ordinati. Da Aguacate, il nome spagnolo per avocado, in Porta Venezia, servono avoavo, scodelle ricavate dalla metà dell’avocado e riempite di avocado, ma anche taco ripieni di avocado. Fancy Toast, format che ha portato il Italia il toast californiano, conta tra i cavalli di battaglia l’Epic Avocado Toast con uovo, bacche di pepe rosa e scorzette di lime.
Uscendo dai confini milanesi, a Torino troviamo Avocuddle Café, il bar in Galleria Umberto I che propone anche i bagel con l’avocado. A Roma si distingue Ecrù, in via degli Acciaioli, ristorante raw, caffetteria e pasticceria crudista, ma anche galleria d’arte e luogo di formazione: qui è l’avocado l’ingrediente maggiormente consumato. Da Fiore Cucina Flexiteriana, in via Boncompagni, il piatto signature è tartare di avocado con ravanelli, uvetta e cracker di mandorla. Da Eggs, in vicolo del Cedro, spesso gli ospiti chiedono l’avocado farcito con un uovo cotto a 64 gradi, pistacchi di Bronte e una granella di ricotta salata, mentre per il pranzo il panino all’avocado, farcito con uova biologiche all’occhio di bue e guanciale di mangalica, è tra i più venduti tra i vegetariani.
C’è anche chi inserisce l’avocado in gelateria: è Fatamorgana Trastevere in via Roma Libera 11 che prepara il gelato avocado, lime e vino bianco, ipocalorico e con pochi grassi. Come numero di locali aperti l’oro verde trova maggior presa nelle città internazionali come Milano e Roma e meno al sud Italia, ma il trend è sempre in crescita.
di Camilla Rocca