Cent’anni di Lambrusco e non solo per Poderi Fiorini. L’azienda di Savignano sul Panaro (Modena) li ha festeggiati sabato 22 giugno con un evento in cantina e con la presentazione di Puro, il nuovo vino biologico ottenuto dalle tre uve modenesi di Lambrusco (Grasparossa, Sorbara e Salamino di Santa Croce), senza solfiti aggiunti, e firmato da Alberto e Cristina Fiorini, quarta generazione e pronipoti del capostipite Antonio Fiorini che nel 1919, subito dopo la Grande Guerra, fondò la Poderi Fiorini a Panzano di Campogalliano, nella pianura modenese. Da lì poi la strada è andata sempre più verso la collina dove nel 2011, a seguito dell’acquisizione di Torre dei Nanni e dei terreni adiacenti, la famiglia Fiorini ha edificato una cantina con barricaia, sala di degustazione e l’acetaia storica di famiglia. Il tutto per una proprietà di 21 ettari compresi i 5 presso la sede storica di pianura in località Ganaceto, ai quali si aggiungono poi i 9 in affitto tra le colline di Guiglia, sempre nel Modenese, oggetto di uno studio dell’Università di Bologna per la presenza di uve quasi centenarie coltivate a piede franco e non colpite da filossera, evento abbastanza raro tra le colline emiliane.
Alla centesima vendemmia, Poderi Fiorini raggiunge un altro importante traguardo: la prossima sarà infatti la prima raccolta 100% bio. “È un bel traguardo – afferma Alberto Fiorini – e avvertiamo la responsabilità verso chi ci ha preceduto e ci ha indicato la strada che abbiamo percorso: quella di una forte attenzione per la qualità del nostro Lambrusco e degli altri vini che produciamo, nella volontà di dare un’identità qualitativa al nostro territorio”.
L’azienda oggi produce complessivamente 190 mila bottiglie, per il 40% destinate all’export, con gli Stati Uniti quale primo mercato estero. Le altre aree presidiate sono Canada, nord Europa, Corea del sud e Giappone. Il tutto attraverso una quindicina di etichette. Il Lambrusco fa la parte del leone con tre Sorbara e tre Grasparossa, a cui si aggiunge la novità Puro, e poi la gamma include altri vini tra cui Pignoletto, Barbera, Cabernet Sauvignon, oltre a una grappa e all’aceto balsamico tradizionale.
In prospettiva, si punta sempre più sull’accoglienza. “Lavoriamo con agenzie specializzate nell’enoturismo – precisa Alberto Fiorini – e lo scorso anno abbiamo ospitato oltre quattromila turisti, di cui l’80% erano stranieri. Continueremo a investire tempo e denaro per lavorare a diretto contatto con il consumatore finale, perché pensiamo sia il modo migliore per comunicare efficacemente le potenzialità del nostro territorio”.