Toridoll lancia un mega piano da 4 mila aperture worldwide per i prossimi otto anni. Il colosso della ristorazione giapponese, quotato alla Borsa di Tokyo e presente con 1.200 punti vendita in tutto il mondo per un fatturato di 95 miliardi di yen (pari a 791 milioni di euro al cambio attuale), ha preso casa a Milano per concentrarsi sugli opening del sud Europa. Quella milanese è una filiale a controllo diretto, in aggiunta alla società londinese di cui Toridoll è azionista al 45% e che verrà utilizzata per l’espansione nella parte settentrionale del vecchio continente. “L’obiettivo è aprire 500 ristoranti in Europa, di cui una cinquantina in Italia” spiega a Pambianco Wine Issei Komi, amministratore delegato di Italia Fudosan Real Estate, partner individuato dalla holding nipponica per la scelta delle location e per lo sviluppo dei brand, in occasione dell’inaugurazione del primo ristorante a marchio Bottega del Ramen, in via Vigevano.
A Milano è stato recentemente aperto il primo locale a brand Bottega del Ramen e a breve sarà la volta di Tokyo Table. Perché avete scelto proprio Milano?
La tesi di Toridoll è sostanzialmente questa: se funzionerà in Italia, andrà bene ovunque. L’Italia è il paese del food e Milano, ancor più dopo Expo, è una delle principali destinazioni mondiali per chi ama il cibo. Per questa ragione, nell’ottica di uno sviluppo internazionale che rappresenta l’obiettivo principale del gruppo, è stata scelta Milano insieme a Londra. In Italia prevediamo quindici aperture nel triennio e cinque o sei entro l’anno.
In quali città?
Quattro o cinque aperture a Milano, in zone strategiche come i Navigli e Brera-Garibaldi, e una a Roma, dove stiamo cercando di entrare con un ristorante in stazione Termini, secondo scalo ferroviario d’Europa per transito di passeggeri.
Quali saranno i brand scelti per l’Italia dal gruppo, che ne ha in portafoglio una decina?
Inizialmente la scelta è stata di investire su Tokyo Table, posizionato su una fascia medio/alta con ampia offerta di piatti tradizionali giapponesi, e su Bottega del Ramen, che propone quello che viene considerato un piatto di seconda generazione per la cultura occidentale in fatto di ricette nipponiche, essendo ormai acquisita la prima generazione fatta di sushi, sashimi e tempura. Potrebbe poi arrivare un terzo brand, ma è ancora prematuro. In ogni caso puntiamo su piatti di qualità proposti a prezzi accessibili, portando in Europa la vera cucina del Giappone.
Saranno ristoranti a gestione diretta, con partner o franchising?
L’obiettivo delle 4 mila aperture in otto anni impone strategie differenziate, come dimostra l’ingresso in Wok to Walk, società olandese partecipata da Toridoll e che, dopo l’operazione, ha già avviato 65 nuovi punti vendita. In Giappone i ristoranti sono oltre mille e tutti a gestione diretta. Per l’Italia, al momento, prevediamo solo operazioni dirette e non franchising. L’investimento, come si può immaginare, è ingente!
Solo centri storici o anche centri commerciali?
Abbiamo già molte offerte per aperture all’interno dei centri commerciali, che per il futuro non escludiamo del tutto, ma non con i brand attualmente scelti per l’espansione nei centri urbani.