Il 2015 è stato il miglior anno nella storia dello Champagne. Secondo le stime elaborate dall’agenzia Reuters, lo scorso anno sarebbero state vendute 312 milioni di bottiglie delle più prestigiose bollicine mondiali per un giro d’affari di 4,7 miliardi di euro (+4,7%), superiore di circa 140 milioni rispetto al precedente record risalente al 2007. I dati ufficiali saranno pubblicati a febbraio da Civc, comitato interprofessionale dei produttori di Champagne. La denominazione francese ha dunque archiviato la parabola discendente iniziata durante la grande crisi del 2008-09, riportandosi oltre i livelli pre-crisi grazie a una politica di posizionamento sempre più alto: l’incremento del fatturato è stato infatti ottenuto a fronte di una sensibile diminuzione del numero di bottiglie, che nel 2007 furono quasi 339 milioni. A sostenere le vendite dei marchi leader, secondo quanto sostiene l’agenzia di stampa britannica, sono state le produzioni di prestige cuvée come Dom Perignon 2006, oltre a una domanda in forte crescita per gli Champagne rosè da parte di mercati importanti quali Stati Uniti e Giappone. Tra gli altri Paesi-chiave per i consumi, viene segnalato il superamento dei livelli pre-crisi in Gran Bretagna e un ritorno di interesse per lo Champagne da parte dei due principali concorrenti in termini produttivi (Italia e Spagna), mentre per quanto riguarda la Francia c’è un ritorno in positivo delle vendite nei canali degli Iper e dei specialist stores. “La Francia è sulla via del recupero, i consumatori hanno bisogno di tornare a star bene” ha commentato Bruno Paillard, CEO di Lanson BCC.