Nella vita, così come negli affari, vince chi osa di più. E l’audacia non manca nel Dna della famiglia Frescobaldi, a capo da 30 generazioni di uno dei gruppi leader del vino italiano per fama e redditività, con 5 brand (tra cui Ornellaia e Masseto) e un fatturato superiore agli 85 milioni di euro. Il premio Leonia Frescobaldi, la cui cerimonia si è tenuta la scorsa settimana a Milano, è ispirato all’impresa “enoica” della trisavola dell’attuale presidente Lamberto Frescobaldi, che fu insignita nel 1878 della medaglia d’oro all’Expo di Parigi per i vini prodotti nella prima cantina italiana a gravità, costruita nel castello di Pomino (Firenze). I premiati sono l’astronauta Samantha Cristoforetti (personaggio più audace), l’astrofisica Sandra Savaglio (cervello in fuga “al contrario”) e Lapo Elkann (imprenditore più audace). Altri due riconoscimenti sono andati a Fabio Zaffagnini (organizzatore dell’evento musicale dell’anno) e al più giovane chef stellato italiano, Lorenzo Cogo. Quanto all’audacia dei Frescobaldi, essa si manifesta nel saper cogliere le sfide di un mercato in rapido cambiamento e che richiede risposte altrettanto rapide. “Dobbiamo crescere – dichiara a Pambianco Wine il presidente Lamberto Frescobaldi – e abbiamo in agenda due operazioni, che mi auguro di riuscire a concludere entro qualche mese”.
Marchese, dove state puntando?
In Italia, e per ora non posso aggiungere altro. Credo fortemente nel nostro Paese e nella sua capacità di creare valore, così come credo al fatto che un bicchiere di vino non contiene soltanto un liquido, speriamo buono, bensì una storia e i valori di un territorio.
Perché avete deciso di effettuare nuove acquisizioni?
Abbiamo la necessità di rafforzarci. Nel mondo del vino operano gruppi molto grandi e se vogliamo competere con questi gruppi, allora dobbiamo presentarci con un certo spessore, altrimenti rischiamo di essere fragili. Bisogna perciò ampliare la gamma dei prodotti per acquisire più considerazione presso i distributori italiani ed esteri.
Acquisizioni a parte, quali sono le prossime sfide che vi attendono?
La nostra è un’azienda storica, ma non sono ammessi innamoramenti per il passato. Il rinnovamento è un dovere e passa attraverso prodotti che esprimono un territorio dove siamo radicati. Le persone oggi sono affamate di corrispondenza con il territorio, in qualche modo siamo all’inverso della globalizzazione!
Il vino però fa gola a sempre più investitori, compresi quelli esteri. Come giudica questo interesse?
Gli investitori, da ovunque essi provengano, fanno del bene al territorio. L’Italia del resto è sempre stata un territorio di conquista e ogni popolo ha arricchito il nostro paese con la sua cultura, che poi è diventata parte della cultura italiana. Per sviluppare qualsiasi impresa occorrono i capitali e ben venga che questi capitali arrivino in Italia, dove portano lavoro e investimenti in grado di stimolare, con con l’apertura dei mercati, la nostra capacità di fare meglio.
Ben vengano anche i fondi di private equity?
I fondi, rispetto alle imprese tradizionali, hanno una visione più a medio termine, ma non dobbiamo demonizzare il denaro. Soprattutto non dobbiamo farlo noi italiani, che siamo tra i più grandi risparmiatori del mondo e, individualmente presi, siamo tutti dei piccoli fondi di private equity.
Quante offerte avete ricevuto per Ornellaia?
In realtà neanche troppe, perché Ornellaia non è in vendita. C’è chi mi dice che tutto è in vendita, dipende soltanto dal prezzo, e spesso va proprio così. Ma la mia famiglia ha sempre creduto nell’azienda, gli utili sono sempre stati reinvestiti, non abbiamo barche né altri giocattolini costosi… investiamo perché crediamo nel miglioramento.
Come chiuderete il 2015?
Come consolidato, fino a poche settimane fa, eravamo in crescita del 15% sul 2014 per fatturato e stabili per quantità di prodotto, pertanto l’aumento dipende esclusivamente dal prezzo di vendita. Ora stiamo rallentando perché, ahimè, i prodotti finiscono e i miracoli non li sappiamo ancora fare… quello che avvenne alle nozze di Cana è il sogno di tutti i produttori di vino, ma temo che occorra aspettare qualche tempo prima di riuscirci!