Dati in chiaroscuro per l’import statunitense di vini nel primo trimestre 2015. Le importazioni complessive sono diminuite del 5% in quantità, per un totale di 255,6 milioni di litri, ma l’andamento di spumanti (+25%) e vini liquorosi (+23%) appare in netta controtendenza. La categoria dominante, secondo quanto comunica il Distilled Spirits Council of the United States, resta quella dei table wines, ovvero contenenti tra 7 e 14% di alcol, che incidono per l’82% dell’export. In valore, il calo dell’import è pari al 2% e dipende, secondo quanto riportano i media statunitensi, dal valore dei vini in ingresso da Francia, Italia, Australia e Spagna. I clienti americani sarebbero più orientati verso il consumo di prodotti autoctoni e questa tendenza favorirebbe naturalmente i grandi produttori californiani, in particolare i gruppi come E&J Gallo, Constellation Brands (che ha evidenziato vendite in crescita del 7% nell’ultimo quarter), The Wine Group, Bronco Wine Company e Brown-Forman. Gli stessi produttori Usa devono però affrontare un calo dell’export, condizionato dal dollaro forte, che nel trimestre è stato pari all’1,3% per un totale di 321,4 milioni di dollari, generato per il 90% dalla produzione californiana.