La legge di bilancio approvata prima di Natale ha finalmente introdotto il riconoscimento delle attività collegate all’enoturismo, business tra i più promettenti in chiave turistica con un indotto stimato pari a 3 miliardi di euro. Tale riconoscimento permetterà alle aziende di operare in piena regola, fatturando degustazioni, visite in cantina, pacchetti enoturistici e vendemmie esperienziali, equiparando la disciplina fiscale di queste pratiche a quella delle attività agrituristiche per gli imprenditori agricoli.
Il testo approvato dal Parlamento, secondo quanto evidenziato dalle associazioni della filiera (Unione Italiana Vini, Movimento turismo del vino, Città del vino, Federazione italiana vignaioli indipendenti), introduce un quadro normativo all’avanguardia in Europa. “Costituirà una rampa di lancio fondamentale per il futuro dell’enoturismo, che andrà ora meglio definita attraverso le relative modalità attuative e con l’iter parlamentare del ddl Stefàno”, affermano le associazioni in un comunicato congiunto. “Quest’ultimo, oltre alle discipline già approvate, aggiungerà altri elementi importanti quali la certificazione e la formazione degli operatori enoturistici, la cartellonistica stradale, la creazione di un osservatorio sull’enoturismo”.