Più che a nuove acquisizioni, ora le attenzioni del gruppo Illy sono rivolte al retail. Nel prossimo company profile, tra le attività del gruppo da 429,4 milioni di fatturato consolidato (anno 2014), comparirà un marchio in meno: si tratta di Grom, di cui la famiglia Illy controllava il 5%, ceduto a seguito dell’operazione che ha portato il brand delle gelaterie nel mondo Unilever. Ma, in prospettiva, l’elenco delle attività della compagine triestina è destinato ad arricchirsi anche con nomi esterni al caffè. “Quella con Grom è stata un’esperienza importante – spiega a Pambianco Wine il presidente del gruppo, Riccardo Illy – che si è conclusa con una plusvalenza, pur non enorme. Inoltre, a Grom abbiamo fornito e continuiamo a fornire materie prime per i gelati, dal caffè al cioccolato fino ai marron glaces, con l’obiettivo di espandere ulteriormente le forniture, considerando che Unilever punterà a sviluppare le vendite dei prodotti confezionati”.
Come utilizzerete gli introiti della cessione?
Non c’è nulla di definito, ma siamo orientati ad accompagnare la crescita degli altri marchi extra caffè con la creazione di partnership per la distribuzione. Per il cioccolato Domori in particolare, la cui crescita è trainata in parte da Agrimontana (confetture) che ne gestisce il canale professionale, stiamo cercando un partner che sia, innanzi tutto, commerciale, con esperienza acquisita nel retail e a cui siamo pronti, qualora egli sia interessato, a offrire una partecipazione nell’azienda; ma non escludiamo nemmeno l’ipotesi di un partner industriale.
Esistono già dei contatti?
Ne abbiamo avviati tre, legati al settore e tutti con una loro concretezza. Avevamo anche tentato di approcciare dei retailer extra settore, ma finora quei contatti non hanno sortito effetti.
Come giudica l’andamento attuale delle attività extra caffè?
Il 2015 è stato un anno positivo, durante il quale siamo riusciti a rispettare i budget prefissati e in qualche caso a superarli. Nel mondo del tè, Dammann Freres cresce all’estero e anche in Francia, suo mercato interno, in parte per la ripresa dell’economia e in parte per effetto del cambiamento della nostra politica commerciale, basata su una drastica selezione dei clienti e sul potenziamento del progetto corner, oltre ai monomarca; apriremo a breve altre boutique a marchio Dammann, tra cui la quinta a Parigi, stiamo trattando per Bruxelles e Lussemburgo e infine in Italia, dopo la boutique di piazza XXV Aprile e lo shop in shop de La Rinascente a Milano, prevediamo nuove aperture in licensing. Agrimontana è, in assoluto, il brand che quest’anno cresce di più, a doppia cifra e ben al di sopra del 10 percento.
Che tipo di negozi avete in mente?
Pensiamo in parte a monomarca e in parte a multibrand che, sull’esempio di quanto ha fatto Della Valle nella moda, diventino i contenitori ideali per tutti i nostri marchi, vino compreso. Abbiamo già avviato due operazioni di questo tipo con le Illyteca di Brescia e Trieste: la formula, se valutiamo il rapporto tra dimensione e fatturato dei negozi, funziona molto bene.
Sul vino, che seguite a Montalcino con il brand Mastrojanni, che progetti ci sono?
Il vino per noi è strategico e costituisce un investimento a lungo termine. Il nostro obiettivo è far crescere tè e cioccolato per arrivare a dimensioni nell’ordine di grandezza del caffè, ottenendo il cash flow necessario da investire nel vino, un settore ad altissima intensità di capitale. Mastrojanni sta crescendo, siamo a 100 mila bottiglie e con gli investimenti fatti e programmati arriveremo a 150 mila. Ci siamo posti, come tetto massimo, le 200 mila bottiglie e non le vogliamo superare: quando ci arriveremo, a quel punto sarà meglio costruire una nuova azienda o acquisirne una sul mercato in zone universali per i grandi vini come Montalcino, Barolo oppure in Francia.
Se doveste allargare la gamma dei vostri prodotti, quale sarebbe la prima acquisizione in agenda?
La risposta più spontanea è un prodotto da forno, che ben si lega a cioccolato, confetture, frutta candita, tutti settori dove siamo già presenti. Ma non c’è nulla di concreto, sono soltanto ipotesi….