La ristorazione chiude i primi otto mesi dell’anno con consumi a valore stabili sul medesimo periodo del 2023 (-0,1 per cento). È quanto emerge dall’ultimo Retail Barometer realizzato da Confimprese–Jakala condotto sui settori ristorazione, abbigliamento e altro retail sul progressivo anno gennaio-agosto 2024. Un risultato di stabilità su cui ha però inciso l’aumento dello scontrino medio dei consumatori – spesso ‘gonfiato’ da prezzi ritoccati al rialzo a causa dell’inflazione (il 46% dei ristoratori del campione ammette infatti di aver toccato i prezzi seppur in maniera parziale) – poiché le transazioni nel periodo sono risultate in contrazione.
Un risultato che si colloca sostanzialmente in linea con quanto realizzato dall’intero panel (-0,4%), con abbigliamento e accessori piatti sul pari periodo 2023 e non retail a -1,7 per cento.
“I primi otto mesi dell’anno non sono confortanti e fotografano un mercato dei consumi stagnante”, precisa Mario Resca, presidente Confimprese. “L’inflazione ha creato un gap tra il costo degli acquisti delle merci e la dinamica dei salari che si sta, tuttavia, gradualmente riducendo”.
Tuttavia “le previsioni di chiusura dell’anno aprono qualche spiraglio. Oltre la metà delle nostre aziende associate, il 54%, stima una lieve crescita dei consumi, solo il 4% delinea un calo costante. Aspettiamo i mesi autunnali e gli acquisti natalizi che notoriamente sostengono i fatturati dell’anno e potrebbero dare una boccata d’ossigeno ai consumi”.