Diventare “l’ambasciatore delle Alpi” entro il 2026, ovvero in occasione delle Olimpiadi di Milano-Cortina. È questo l’obiettivo di Braulio, l’amaro alle erbe di Bormio nato nel 1857 dalla famiglia Peloni e in orbita al gruppo Campari dal 2014, che, per perseguirlo, ha incrementato i propri spazi produttivi per rafforzare la distribuzione. “Fino al 2017 la distribuzione di Braulio era concentrata prevalentemente in Lombardia, poiché, volendo mantenere la produzione a Bormio, le cantine avevano spazi limitati e riuscivamo a servire solo questa parte d’Italia”, ha dichiarato a Pambianco Wine&food Ludovica Riciputi, global marketing manager del portfolio Amari di Campari. “Così in quell’anno sono stati realizzati grandi investimenti per ampliare la capacità produttiva, con l’obiettivo di espandersi in altre zone tricolori, come il Sud Italia, su cui stiamo lavorando molto, e all’estero”.
I Paesi in cui oggi viene esportato Braulio – export che oggi conta il 10-15% delle vendite totali – sono soprattutto Svizzera, “dove siamo in particolare in un cantone, anche se nell’ultimo anno stiamo assistendo ad una migrazione di consumo anche in città a Zurigo”, Austria, Germania, “che stiamo consolidando, e Stati Uniti, dove i bar tender ci apprezzano molto, alla continua ricerca di prodotti di nicchia con un preciso heritage come Braulio, che porta con sé 150 anni di storia”.
Braulio viene distribuito sia attraverso il canale Horeca, sia attraverso Gdo e retail. “Oltre a essere presenti nei supermercati, canale molto importante per noi e che stiamo sviluppando ancora di più, lavoriamo molto con i ristoranti e con la nostra Academy per fare formazione educativa”, continua la manager. “Rispetto ad altri amari, Braulio ha un processo di invecchiamento che lo avvicina al mondo dei dark spirits e dunque diventa necessario conoscere il suo percorso produttivo per andarne a comprendere le caratteristiche organolettiche, facendo, ad esempio, training con professionisti del settore che vanno poi a educare il consumatore”.

Ed è proprio l’educazione ad essere alla base del progetto di Casa Braulio, inaugurata la settimana scorsa a Bormio. Questo edificio, situato in via Roma, comprende sia le cantine di produzione risalenti agli anni ’70, quando furono ampliate per la prima volta, sia i nuovi spazi rinnovati nel 2017 dopo l’arrivo di Campari, al piano sottostante. Qui sono stati aggiunti altri 1.600 metri quadrati di cantine sotterranee e 1.116 botti di legno di rovere di Slavonia. La casa, aperta ai visitatori, vuole “permettere a distributori, ristoratori e top client di vedere con i loro occhi dove e come viene prodotto Braulio, oltre a fornire un’occasione per conoscere il master distillatore che li guida nei processi”.