“Nel corso del nostro processo di strutturazione ed espansione, negli anni ’70 Ca’ Bolani è stata la prima tenute che è stata acquistata: proprio con Ca’ Bolani, Zonin ha cominciato a strutturarsi come un gruppo”. A confermare l’importanza della tenuta che sorge nel cuore della Doc Aquileia, area della provincia di Udine che si affaccia sulla Laguna di Grado e prosegue a nord, verso Aquileia e Cervignano del Friuli, fino a Palmanova, è Domenico Zonin, presidente di Zonin1821. Il gruppo ha chiuso il 2022 con un fatturato di quasi 200 milioni di euro, “registrando – spiega Zonin – una crescita della profittabilità, continuando con successo il percorso di premiumizzazione e il riposizionamento dei brand in portfolio”.
Con una superficie totale di circa 890 ettari, di cui circa 570 vitati, Ca’ Bolani è la più importante estensione a vigna del Nord Italia. Il suo “parco della vite” è un mosaico di oltre dieci varietà di vitigni, autoctoni e internazionali, con 90 parcelle di territorio gestite tutelando la natura, la tradizione locale e privilegiando la produzione di vini di spiccata tipicità. “Grazie al percorso di premiumizzazione che abbiamo intrapreso a livello Gruppo – ha continuato Domenico Zonin – Ca’ Bolani (distribuito nel solo canale Horeca, ndr) ha registrato nel 2022 una crescita a valore del 25% a livello globale, con picchi del +40% nel mercato Italia e circa + 25% nel mercato statunitense. Nei primi mesi del 2023 continuiamo a registrare una forte crescita a doppia cifra in Italia, Regno Unito e Canada”. Nel portfolio dei vini della tenuta, i più apprezzati in Italia risultano Prosecco, Pinot Grigio, Traminer e Muller Thurgau, mentre a livello internazionale spiccano Pinot Grigio, Prosecco e Sauvignon. “In aggiunta a Ca’ Bolani – ha precisato Zonin -, in Friuli, possediamo anche Ca’ Vescovo: una tenuta che produce vini distribuiti in Italia in Gdo che ci sta dando particolare soddisfazione”.
L’export genera circa l’85% del fatturato di Zonin1821. “Gli Stati Uniti continuano ad essere il primo mercato d’esportazione del nostro gruppo con circa il 30% del fatturato globale”, ha confermato il presidente. “Nel 2022 abbiamo rafforzato la managerialità della filiale americana, che ha sede a Miami, nominato un nuovo managing director, Andrea Alfieri, ed implementato nuove strategie commerciali, supportate da un piano di investimenti strutturato, finalizzate ad aumentare la nostra brand awareness. Un importane risultato lo abbiamo raggiunto siglando ad inizio 2023 una partnership con Rndc, che distribuirà i nostri prodotti in 23 stati americani”. Altri mercati chiave sono poi Regno Unito, Germania, Canada, Australia, Middle East, Svizzera e Giappone.
Nel 2023 il gruppo veneto punta a confermare il trend positivo del 2022, spingendo sul “rafforzamento della nostra presenza nei mercati internazionali e a quello del branding delle nostre Tenute: un asset sempre più importante per la crescita del business”. Il rallentamento economico a livello internazionale potrebbe rappresentare la principale criticità rispetto alle prospettive di crescita del settore. “D’altra parte – ha aggiunto Zonin -, se le quotazioni del gas e del petrolio dovessero assestarsi, anche l’inflazione dovrebbe ridursi. Tutte condizioni che, unite agli investimenti realizzati grazie alle risorse del Pnrr fornirebbero lo slancio necessario alla ripresa dei consumi, inclusi quelli del vino”.
Quanto infine alla possibilità di nuove acquisizioni, Domenico Zonin ha rimarcato il carattere complementare dei brand acquisiti in 200 anni di storia. Gli assett attuali hanno un valore di circa 250 milioni di euro. “Considerando la nostra propensione all’export e il processo costante di rafforzamento del gruppo, così da continuare a promuovere le eccellenze del made in Italy nel mondo, valutiamo acquisizioni strategiche volte a completare il portfolio e la sinergia tra i marchi esistenti”, ha concluso l’imprenditore. “Oltre per esempio al Chianti Classico, Salento e Sicilia, dove siamo presenti con grande soddisfazione, ci sono certamente delle aree che potrebbero arricchire la nostra strategia di sviluppo nel futuro. Come si potrà ben capire di nostro interesse sono quelle regioni, i cui vini sono sempre più oggetto del desiderio per i consumatori internazionali”.
