La ristrutturazione e il rafforzamento della rete distributiva spinge il mercato Horeca a un sonoro +18%, giocando un ruolo fondamentale nella crescita a due cifre con cui la padovana Distillerie Bonollo Umberto ha archiviato il 2022. La prima SpA italiana nella classifica dei produttori di grappa (presente sull’ultimo numero di Pambianco Wine&Food Magazine) ha infatti raggiunto un fatturato di circa 73 milioni di euro (+22% sul 2021), guardando al 2023 con buone prospettive (al netto di fattori congiunturali).
“I risultati del 2022 ci danno grande soddisfazione – commenta Elvio Bonollo, quarta generazione alla guida dell’azienda di famiglia – perché siamo ulteriormente cresciuti sul pre-Covid. Sicuramente è tornata la voglia di convivialità e di celebrare assieme con un distillato di qualità. L’Horeca ha fatto da propulsore, rinforzando il +7% in Gdo comunque positivo. Ora, i primi mesi del 2023 hanno portato ottimi risultati, tanto che (contro le previsioni) abbiamo registrato un’ulteriore crescita importante rispetto allo stesso periodo del 2022, che viveva ancora strascichi di pandemia”. E la differenza, ancora una volta, sta facendola il fuori casa.
È un ritorno di fiamma per la grappa? “Di sicuro c’è la sensazione di un interesse consolidato e crescente per il prodotto di livello – chiosa l’imprenditore veneto – e il trend dominante rimane quello delle grappe invecchiate. L’esperienza sensoriale più complessa attrae e noi, in particolare con Of, lavoriamo da almeno 15 anni per elevare lo standard di consumo. E oggi si cresce più per una spinta qualitativa che quantitativa”.
Anche sul mercato internazionale c’è un grande potenziale, “ma richiede molto lavoro – rimarca Bonollo – perché la grappa è un prodotto complesso. Quando viene compreso allora vince, perché l’invecchiato si posiziona su un livello comparabile all’esperienza che il consumatore di grandi distillati internazionali cerca”. L’azienda gioca questa partita soprattutto con Of, “il nostro brand che continua a conquistare quote di mercato sempre più ampie – aggiunge – perché risponde alla domanda di un consumatore evoluto. Siamo proiettati su questa fascia anche per i prossimi anni, spostandoci sempre più su una logica di valore senza compromessi”.
In quest’ottica lo sdoganamento della mixology come veicolo per avvicinare i giovani al mondo grappa non convince Bonollo, secondo cui “da produttore continuo a pensare che l’esperienza edonistica di un assaggio in purezza non possa esser comparata con un miscelato che, pur ben fatto, toglie una parte di identità a un distillato antico e dalla personalità importante”.
Nel frattempo le Distillerie Bonollo Umberto hanno scelto invece di investire sul rilancio dello storico brand Ballor (con gin e vermouth) che può aiutare a penetrare nuovi mercati “lavorando con la stessa logica di ricerca dell’eccellenza”.