Caffè Moak, realtà nata a Modica nel 1967, punta a diventare globale. Per il 2023, il fatturato è atteso in crescita di un deciso +10% (da 25 a 27,5 milioni di euro), complice anche il completamento dell’acquisizione del 100% di Caffè Circi. Il valore dell’operazione si è aggirato sui 4 milioni di euro, di poco superiore al fatturato annuo dell’ultimo bilancio approvato della storica torrefazione romana nata nel 1928.
Il percorso di acquisizione, iniziato più di un anno fa con la firma di una partnership commerciale tra le due aziende, si è completato in questi giorni con la presentazione a pubblico e clientela del restyling del marchio di Caffè Circi. Al centro dell’attenzione le nuove confezioni rielaborate con un design dedicato al Colosseo, uno dei simboli della città eterna, nei colori che identificano le diverse miscele. Per gli attuali vertici di Moak, Alessandro (CEO) e Annalisa (CMO) Spadola, figli del fondatore, il rinnovo del brand è stato “un passaggio fondamentale per la ripartenza di Caffè Circi e il completamento della transizione all’interno di Moak”.
“Ci siamo rapidamente trasformati da eccellenza artigianale locale a gruppo imprenditoriale riconosciuto nel settore della torrefazione e della distribuzione del caffè in oltre 50 Paesi nel mondo”, afferma il CEO, spiegando inoltre gli obiettivi per il prossimo triennio: portare il fatturato a 40 milioni di euro e innalzare il valore dell’export dal 30 al 35 per cento.
Per realizzare tutto ciò la roadmap e già tracciata: investimenti continui in innovazione tecnologica (dal 2017 tutti i processi core sono gestiti da moderni sistemi informatici acquistati dalla Sap, multinazionale leader di mercato), revisioni dei processi di produzione e logistica per aumentare efficienza e qualità percepita dei prodotti, l’inserimento in organico di senior sales manager in grado di rispondere correttamente ai ‘needs’ dei clienti ed infine un occhio sempre attento alle evoluzioni del mercato nonché a possibili nuove alleanze o acquisizioni.
“In poco più di cinque anni abbiamo cambiato tantissimo in azienda – chiosa Alessandro Spadola – ho sottoposto il mio team a un continuo processo di change management, non solo nel modo di lavorare ma anche nella mentalità e nell’approccio. Non è questo il momento di fermarsi, la strada che il gruppo Moak vuole percorrere è ancora molto lunga”.