Si è chiuso un anno in fermento per Angelini Wines & Estates. Dopo aver cambiato a marzo 2022 la propria denominazione sociale per seguire l’operazione di rebranding del Gruppo Angelini, il marchio ha archiviato un esercizio ‘da record’ raggiungendo i 29,7 milioni di euro (+18% sul 2021).
La realtà vitivinicola oggi conta 1.700 ettari di proprietà, dei quali 460 vitati, con una produzione complessiva di circa quattro milioni di bottiglie l’anno. I vini prodotti da Angelini provengono da diversi territori italiani: le aziende toscane Val di Suga, Tenuta Trerose e San Leonino, la friulana Cantina Puiatti, Bertani, storica azienda della Valpolicella e Tenute San Sisto e Fazi Battaglia nelle Marche. Il 2022 ha segnato un incremento della marginalità industriale e commerciale, in modo particolare per Bertani e Val di Suga, risultato “di un miglioramento nel posizionamento strategico dei prodotti, di maggiore efficienza e di ottimizzazione dei processi a tutti i livelli operativi”, si legge in una nota.
La crescita ha toccato sia il mercato domestico che quello estero. Sul podio si posizionano gli Usa che hanno raggiunto un incremento del 142%, seguiti dall’area Asia-Pacific con +43 per cento. In generale l’export ha segnato + 33,3 per cento. In Italia, invece, il marchio ha registrato un incremento del 4,4%, trainato dal canale Horeca (+20,5%) che ha compensato il rallentamento della Gdo (-8,6 per cento).
Lo sviluppo del volume d’affari registra un andamento positivo anche a inizio 2023. “Siamo molto incoraggiati dai risultati ottenuti nello scorso biennio e, nonostante il contesto complesso e in continua evoluzione con il quale ci confrontiamo, rimaniamo ottimisti anche per l’anno corrente”, afferma Ettore Nicoletto, presidente e CEO di Angelini Wines & Estates. “Grazie ad una struttura molto reattiva al cambiamento stiamo portando avanti il nostro piano strategico a lungo termine per dare ancora più valore ad un portfolio dal grande potenziale. Siamo determinati ed ottimisti”.