Gli americani consumano meno alcol, ma si concentrano sulla qualità. Nel 2022 nonostante i volumi totali di vino (-2%), birra (-2%) e sidro (-4%) siano diminuiti, i segmenti premium di ciascuna categoria hanno subito un incremento: vino (+6%), birra (+4%) e sidro (+11 per cento). Gli spirits, invece, riportano un segno positivo sia a livello generale (+2%) sia premium (+13%), mentre i prodotti ready-to-drink hanno registrato un incremento moderato, inferiore all’1%, a fronte però del +38% della categoria premium.
Secondo questi dati, riportati da Iwsr Drinks Market Analysis, “un’area in cui la premiumization si sta rivelando un fattore chiave per la crescita dei volumi è il consumo a casa”, afferma Brandy Rand, Chief Strategy Officer, Iwsr Drinks Market Analysis. “Con la stragrande maggioranza degli americani che consuma alcolici a casa, il 46% dichiara di volersi concedere bevande di qualità migliore, il che è vantaggioso anche per il vino e la birra”.
Riguardo ai canali di vendita utilizzati, la quota dell’e-commerce è cresciuta dell’1% nel 2022, con una performance molto più moderata rispetto ai picchi pandemici. Emerge, invece, una ripresa dei canali fisici (+24%) con un ritorno completo ai volumi pre-pandemia previsto per il 2023.
Inoltre, se da una parte calano i consumi di bevande alcoliche, dall’altra aumentano quelli no/low alcol. Sebbene questi abbiano ancora una quota assoluta marginale, rappresentando solo l’1% in volume del totale delle bevande alcoliche negli Stati Uniti, il tasso di crescita della categoria è stato del 15% nel 2022. Il vino e la birra a basso contenuto alcolico hanno coperto la quota maggiore, sia in volume sia in valore.
Quest’ultimo punto, in questi giorni, è stato oggetto di discussione per via della normativa avanzata dall’Irlanda. Il Paese, infatti, aveva proposto alla Commissione Europea a giugno 2022 il Public Health Alcohol Labeling Regulations che prevede l’obbligo di riportare sull’etichettatura e sulla presentazione delle bevande alcoliche indicazioni relative a cancro, donne in gravidanza e malattie del fegato. A fine 2022, terminato il periodo di moratoria e, in assenza di ogni azione da parte della Commissione Europea, l’Irlanda ha ricevuto un sostanziale via libera alla normativa, nonostante le ampie critiche inviate nei mesi scorsi da oltre dieci Paesi europei. Alla notizia le associazioni italiane del food&wine hanno risposto in maniera fortemente contrariata.