Nel segmento dei distillati, il rum ha evidenziato una decisa crescita, complice la capacità di attrarre una fascia più giovane di consumatori, i cosiddetti Gen Z, fino a diventare un collectible per i Millenial.
Nell’ultimo decennio tra i giovani, per intenderci quelli che appartengono alla cosiddetta generazione Z e quindi nati tra la fine degli anni Novanta e il primo decennio del Duemila, è cresciuto il consumo di rum. Questi hanno infatti cominciato ad apprezzarne le qualità grazie alla complicità dei bartender che propongono questo distillato nei diversi cocktail. Gli esperti affermano che si può tranquillamente parlare di ricambio generazionale per questo distillato, già tra i preferiti della generazione precedente, ovvero i Millennial che, oltre a consumarlo, hanno anche iniziato, di recente, a collezionarne le etichette più rare, quelle con una provenienza interessante da raccontare.
In termini di consumi, esiste tuttavia una differenza tra le due generazioni e non è solo una questione di statistiche. Le metriche indicano che la Gen Z costituisce sul totale ben il 40% dei consumatori, con una capacità di spesa di oltre 140 miliardi di dollari. Si tratta della generazione ‘nativa digitale’, ovvero la prima ad aver avuto accesso a internet sin dall’infanzia, un’opportunità che ha plasmato il modo di comunicare e il processo di socializzazione. Ma non solo, è anche una generazione che beve meno dei Millennial, sia in termini di frequenza che di consumo. Tuttavia, questo non significa che i più giovani stiano andando verso l’astemia ma le ragioni che spingono a ridurre i consumi di alcol vanno ricercate nella maggiore coscienza salutistica e, non meno importante, nel fatto che quando i giovanissimi decidono di bere adottano un approccio di ‘qualità piuttosto che di quantità’. Nei loro codici di comportamento l’alcol non è il protagonista delle loro serate, da cui sono infatti escluse le classiche e micidiali bombe alcoliche formate dalla triade negroni, angelo azzurro e tequila bum bum. Il loro approccio vira più verso la volontà di creare momenti di condivisione, con una degustazione lenta e mix variopinti con altre bevande analcoliche. E il rum, in questo scenario, rappresenta la soluzione ideale.
La nuova vita del rum
Questo crescente interesse da parte delle nuove generazioni sembra condurre il rum verso una nuova vita, pur continuando a salvaguardarne l’autenticità del sapore e degli ingredienti. “Oggi in questa nuova veste il rum è un prodotto incredibilmente versatile e uno dei distillati più utilizzati per la miscelazione e la degustazione, apprezzato e considerato come tale”, racconta a Pambianco Wine&food Leonardo Pinto, direttore di ShowRum, evento annuale dedicato al distillato. “La sua prospettiva si sposa piuttosto bene con la crescente enfasi del settore sulla premiumization degli alcolici”. Inoltre, “consente ai marchi di sfruttare alcune strategie intramontabili che senza dubbio possono avvicinare organicamente nuovi clienti alle loro etichette”. Per esempio, “la costruzione di una forte presenza nei locali rimane una parte importante della strategia di sensibilizzazione verso i giovani consumatori”. Nell’ottica del suo ulteriore sviluppo, “sono convinto che l’iter dei distillati sia un po’ lo stesso – sostiene Pinto – anche se in epoche e contesti culturali diversi. Per il rum la rivoluzione vera è avvenuta in questi anni perché è solo negli ultimi sette o otto anni che ha acquisito questa valenza nel segmento dei distillati, e inevitabilmente ha portato con sé anche la curiosità riguardo ai suoi standard di produzione e di conseguenza la ricerca e la formazione di gran parte degli appassionati e degli operatori”.
Distillato da collezione
Non esiste una sola cultura del rum e la passione per questo distillato negli anni si è trasformata fino a farlo diventare un oggetto da collezione con differenti proposte: per tipologie diverse e in base alle produzioni nelle varie zone caraibiche. È un po’ quello che è successo con il whisky una ventina di anni fa, quando divenne uno dei più interessanti protagonisti nel segmento delle aste e delle vendite. Oggi il collezionismo di rum ha dato vita a un vero e proprio trend che comporta vantaggi a livello economico e anche la possibilità di esercitare una particolare passione. Secondo le indicazioni degli esperti delle case d’asta, le bottiglie di rum hanno registrato incrementi di valore del 30% circa ogni anno. “I distillati in generale, ma in particolare il rum – afferma Francesco Tanzi esperto della casa d’aste Pandolfini – sono un genere di bottiglie interessante per una platea di persone più giovani, ciò anche rispetto al vino. E i più giovani si sono avvicinati a questa tipologia di distillato anche grazie allo sviluppo della modalità online delle vendite, dove sono proposte bottiglie di qualità elevata”.
“Il rum – afferma Franco Foschetti, esperto della casa d’asta Cambi – rimane un prodotto di nicchia difficile da reperire. Le bottiglie di qualità elevata, quando si trovano, sono offerte prevalentemente nelle aste online e negli ultimi sette otto anni i valori di questo distillato sono cresciuti in modo esponenziale”. Per esempio, “se cinque anni fa era possibile trovare una bottiglia di rum della distilleria Caroni a 50-70 euro, oggi la stessa raggiunge quota 400-500 euro, ma le bottiglie non si trovano”. Stesso discorso per bottiglie a marchio “Samaroli che oggi quando si trovano, ma anche in questo caso è molto difficile, il loro prezzo oscilla tra i 2 e i 10mila euro”. In sintesi la richiesta è aumentata ma l’offerta è limitata e in asta per l’approvvigionamento ci si rivolge ai privati o ad alcuni fornitori esteri, in particolare in Spagna. E per il futuro, su cosa bisognerà puntare? “I prossimi rum che acquisteranno valore collezionistico sono quelli della selezione High Spirits di Nadi Fiore, noto imbottigliatore”, afferma Foschetti.
Aste da record
Sul mercato la bottiglia più costosa è il Rum El Dorado Grand Special Reserve che ha raggiunto i 500mila dollari. Lanciato nel 2016 per celebrare il 50esimo anniversario dell’indipendenza della Guyana dalla Britannia, contiene esclusivamente miscele di 50 anni ed è considerato uno dei rum più buoni al mondo. Sempre sul fronte dei risultati più notevoli in termini di prezzo raggiunto in asta, anche se su livelli più contenuti rispetto al precedente, troviamo la serie completa Caroni Employees Complete Series | Heavy Rum Full Proof, Trinidad & Tobago, le cui 16 bottiglie sono state vendute dalla casa d’aste Pandolfini lo scorso marzo a 30.624 euro da una stima compresa tra 20 e 40mila euro.