Profondo rosso, o forse sarebbe meglio dire, ritorno alla normalità. Che il 2022 sarebbe stato un anno di magra per il vino in Gdo era probabilmente, e ampiamente, prevedibile, nonché annunciato. Se già il 2021 si era chiuso su un terreno negativo sia a volume che a valore, soprattutto a causa della controcifra rispetto al boom dell’anno precedente, ampiamente “drogato” dai lockdown pandemici, il 2022 ha percorso sin dall’inizio la stessa strada, peggiorando cammin facendo a causa dell’onda di piena inflattiva, che come preannunciato si è poi abbattuta sui consumi in modo anche più fragoroso del previsto.
Si salvano solo le bollicine più convenienti
Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv-Ismea, il saldo finale complessivo in Gdo ha registrato sia un calo a valore (-2%, per un totale di 2,94 miliardi di euro) che a volume (-6%, a 7,7 milioni di ettolitri), con perdite sotto la media per i vini fermi (-7%), con picchi a doppia cifra per i vini Doc rossi (-11%). L’eccezione? Ancora una volta, come nel 2021, riguarda le bollicine, ma non tutte, solo quelle più economiche e raggruppate sotto la voce “Altri spumanti Charmat”, quindi diversi dal Prosecco.
Si tratta di spumanti che provengono in prevalenza da Veneto, Trentino, Emilia e Piemonte e venduti con un prezzo medio di 4,4 euro a litro. In quest’ultimo caso la crescita, per un totale di poco meno di 34 milioni di litri venduti, a spanne circa 45 milioni di bottiglie, è di oltre il 12%, che sale al 32% se confrontata con il 2019, ultimo anno pre-pandemico. Gli spumanti Metodo Classico lasciano sul campo il 9%, ma sono comunque in territorio positivo rispetto al 2019 (+13%), crollo invece dello Champagne (-25%), non solo perché ce n’era poco anche per la Gdo, ma probabilmente perché si è tornati su livelli più consoni per il retail, considerando che il calo è inferiore anche al 2019 (-28%).
Il ruolo centrale dei discount
Ma chi ha tirato realmente la volata nel caso delle bollicine low cost? Certamente i supermercati (+8% e primo canale di vendita) e gli ipermercati (+10%), ma il più grande impatto l’hanno fornito i discount, che ne hanno venduti il 31% con una crescita del 22% rispetto al 2021 (prezzo medio al litro di 3,54 euro), che sale addirittura al 60% se confrontata con il 2019. Il minor potere di acquisto delle famiglie, come ha sottolineato anche UIV-Ismea nella sua nota, ha certamente influito sul risultato complessivo generale e nei discount, canale che certamente sta sfruttando un periodo storico favorevole. Ma in realtà i discount stanno rosicchiando importanti quote di mercato ormai da anni. Come ha evidenziato l’ultimo Rapporto sulla Marca del Distributore, dal 2019 a oggi hanno eroso quote al resto del retail passando dal 17,5% all’attuale 20,6%. Oltre a spingere la crescita delle bollicine meno nobili del mercato, sono anche gli unici ad aver visto aumentare le vendite dei più costosi spumanti Metodo Classico: +17%, poco più di 600 mila litri a un prezzo medio di 7,66 euro, molto conveniente per questa categoria.